L'area di cascina Borio allagata nel 2020 prima dell'eliminazione dell'acqua da parte della Riccoboni

I controlli dovevano iniziare prima dell’inizio del conferimento dei rifiuti e così è stato, nonostante mesi di rimpalli tra Roma e Alessandria. A Sezzadio, nell’ex cava di cascina Borio, sono iniziate le verifiche sulla falda sottostante richieste dal Comune dopo che, tra il 2019 e il 2020, il fondo della futura discarica di rifiuti si era allagato. Gli amministratori comunali aveva realizzato video e fotografie sostenendo che l’acqua proveniva dalla falda ma la Provincia, come sosteneva la Riccoboni, titolare della discarica, era di parere diverso: quella era acqua piovana, non proveniva dal sottosuolo. Se la tesi del Comune fosse confermata, il rischio di inquinamento della falda che alimenta gli acquedotti dell’Acquese sarebbe concreto, per questo dal municipio hanno insistito per mesi per ottenere queste verifiche. Si deve infatti comprendere, tra l’altro, quale sia la quota di escursione della falda attraverso i controlli sui pozzi piezometrici. Il compito è toccato ai tecnici dell’Arpa, incaricata dalla Provincia su richiesta del ministero della Transizione ecologica. Il primo sopralluogo è avvenuto ieri, 18 novembre, alla presenza del geologo del Comune, Giovanni Bosetti, mentre sembra ormai imminente l’inizio del conferimento dei rifiuti da parte della Riccoboni dopo la pubblicazione del verbale della conferenza dei servizi che ha approvato il progetto della tangenziale.

L’area di cascina Borio dove è allestita la futura discarica

I tecnici di Arpa – dice il consigliere Maurizio Daniele – in questo momento hanno una enorme responsabilità in quanto dovranno definire con certezza assoluta se la discarica potrà mettere a rischio in futuro la falda sottostante e conseguentemente di quella profonda, essendo costruita in area di ricarica delle falde a uso umano”. Una grossa mano al Comune nel convincere il ministero della necessità delle verifiche sulla falda a cascina Borio è arrivata dalla senatrice Susy Matrisciano (5 Stelle), che due anni fa aveva anche commissionato uno studio condotto da un geologo, docente universitario della Campania, che aveva confermato la tesi sostenute dall’amministrazione comunale sui rischi per la falda di Sezzadio-Predosa. “I controlli di Arpa – dice Matrisciano – sono una buona notizia e rappresentano il frutto di un incessante lavoro di squadra che ormai dura da anni. Mi sono impegnata in prima persona per portare non solo tra le autorità territoriali, ma anche a Roma, al Ministero dell’Ambiente, la voce degli amministratori di Sezzadio, dei sindaci delle località limitrofe e dei cittadini della zona, che chiedevano senza sosta semplicemente una maggiore trasparenza su un progetto fortemente impattante per un territorio soggetto già a pesanti criticità ambientali. Dopo tanti appelli da parte della cittadinanza, purtroppo inascoltati, finalmente qualcosa si muove nel concreto.

Susy Matrisciano

Ulteriori accertamenti sono partiti – prosegue Matrisciano -, senza ambiguità, alla presenza del geologo del Comune di Sezzadio. Mi auguro quindi che presto avremo a disposizione nuovi elementi per valutare la quota di escursione della falda durante tutto l’anno idrologico, dati che ad oggi ancora mancavano. Servono risposte e non arrendersi per ottenerle è un obbligo morale quando la posta in gioco è così alta: difendere la salubrità della più importante falda acquifera dell’alessandrino, che può approvvigionare oltre 250 mila persone. A Enzo Daniele, tenace sindaco di Sezzadio e a tutti i sindaci che si sono mobilitati in difesa del nostro territorio, per tutelare la salute dei cittadini, non mancherà mai il mio pieno sostegno”. La Riccoboni non rilascia dichiarazioni.