”Un ricorso perfettamente inutile per cui non intendo spendere un euro del Comune”. Le parole sono del sindaco di Voltaggio, Michele Bisio, ma quasi certamente rispecchiano il pensiero degli altri sei primi cittadini (alla guida di Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Gavi, Fraconalto, Carrosio, Vignole Borbera) che non hanno presentato ricorso ad opponendum a fianco del Ministero dell’Ambiente per difendere le nuove regole sul campionamento dell’amianto nelle rocce scavate per il Terzo valico.

Il cantiere del Terzo valico di Voltaggio alla fine del 2013
Il cantiere del Terzo valico di Voltaggio alla fine del 2013

Da tempo solo Tortona, Alessandria, Pozzolo Formigaro e Arquata Scrivia hanno deciso di difendere le prescrizioni ministeriali impugnate dal Cociv davanti al Tar del Lazio. Le nuove regole, emanate nel settembre del 2015 sul sollecito dell’Arpa, impongono analisi sull’amianto in tutto il campione di roccia e non solo nella parte “setacciata”, come prevede invece la legge 161 del 2012, con margini di errore, secondo l’Arpa, fino al 98%, con il pericolo di ritrovarsi la fibra killer nello smarino portato nelle cave di deposito sul territorio. Il ministero, per la verità, finora non ha fatto rispettare le prescrizioni di due anni fa al Cociv, che continua a operare con il metodo che più gli conviene dal punto di vista dei costi e dei tempi, nel silenzio di tutte le altre istituzioni, nonostante i pericoli per la salute della popolazione.

Il gruppo di minoranza di Voltaggio
Il gruppo di minoranza di Voltaggio

La minoranza del Comune di Voltaggio ha chiesto conto al sindaco del mancato ricorso dopo che per quasi un anno i sei sindaci hanno tergiversato mentre gli amministratori di Alessandria, Arquata, Tortona e Pozzolo si sono costituiti da subito in giudizio: “Un ricorso ad opponendum a favore della conferma delle nuove regole di controllo sull’amianto, regole per altro mai applicate – ha detto il consigliere Stefano Bisio – è indispensabile, non solo riguardo al merito, ma anche per far giungere al Tar del Lazio la preoccupazione dei sindaci e delle amministrazioni comunali per il problema. Voltaggio, inoltre, si trova in una delle posizioni più critiche fra i territori interessati dall’opera: è sede sia di foro pilota, sia di deposito di smarino, sia di strade percorse da camion carichi di smarino provenienti da altri cantieri. Vuole il Comune di Voltaggio ricorrere anch’esso ad opponendum come i quattro comuni e porsi alla testa di tutti gli altri anche per far pronunciare finalmente al Tar la sua sentenza?”.

“Il Cociv – ha spiegato Bisio – fa controlli in base alla legge, la 161 del 2012 e l’Arpa non ha mia riscontrato discostamenti nelle sue contro analisi. Non intendo spendere dai 3 ai 5 mila euro per un ricorso inutile, che dovrebbe essere presentato per altro da ogni singolo Comune, quando la nostra idea iniziale di costituirsi ad addendum (una formula molto più blanda rispetto all’opponendum, ndr) con il solo avvocato del Comune di Alessandria, risparmiando quindi sui costi, è stata ritirata dopo che l’ordine degli avvocati ci ha intimato di non proseguire”. Il motivo era una violazione di legge: gli avvocati di un ente pubblico non possono rappresentarne altri in giudizio. Di tutt’altro avviso l’ex sindaco Lorenzo Repetto: “Ricordo che la decisione di richiedere il nuovo metodo di campionamento era arrivata dal territorio nei tavoli di lavoro costituiti qui a Voltaggio. C’era un’esigenza dei sindaci, oltre che dell’Arpa, di avere maggiori garanzie per la tutela della salute. Il Cociv, che partecipava a quei tavoli, decise di non partecipare più per esigenze aziendali, cioè i costi che il nuovo metodo comportava. Per questo si deve difendere quella richiesta”. Tra l’altro il Tar, nonostante il sollecito dell’avvocato Emiliano Bottazzi, legale dei ricorrenti, continua a non fissare l’udienza, per la gioia del Cociv.