La montagna e l’Appennino, muoiono perlopiù di cieca burocrazia, di un’applicazione della legge fatti da soggetti (politici ed amministrativi) alieni al territorio. Questo non possiamo più accettarlo e, con questo appello, ci rivolgiamo a tutte le persone, gli enti e le istituzioni che hanno davvero a cuore la montagna”. Sono le parole che i giovane sindaco di Carrega Ligure, Luca Silvestri, ha scritto in un appello rivolto agli enti locali e ai parlamentari alessandrini per la vicenda dell’antenna che la società Wind Tre vuole installare nella frazione di Vegni, precisamente vicino al cimitero, in un’area proprietà della parrocchia di Santa Maria Assunta e quindi della Curia. Gli abitanti e i villeggianti, il Comune, l’Arpa e l’ente di gestione dell’Appennino Piemontese erano tutti favorevoli perchè il ripetitore avrebbe permesso non solo di ricevere il segnale telefonico e internet senza le spese enormi del collegamento satellitare ma anche di salvare la piccola chiesa, che rischia di crollare e infatti è chiusa da tempo. Il parroco e i parrocchiani facevano infatti affidamento sul canone ricavato dall’affitto del terreno alla Wind per questi lavori fondamentali.

Luca Silvestri

La Soprintendenza al paesaggio ha però detto no: citando le norme del Piano paesaggistico regionale, da Alessandria hanno dato parere negativo perchè secondo loro l’antenna sarebbe in contrasto con il paesaggio e con le regole che tutelano il cimitero di Vegni. Da qui l’appello di Silvestri, eletto sindaco pochi mesi fa. Innanzitutto, rivolge una richiesta specifica alla Regione, cioè far diventare l’antenna un’opera strategica per scavalcare le norme del Piano. Poi ricorda che il ripetitore vuol dire garantire il segnale per le frazioni di Vegni, Daglio, Agneto, San Clemente e Cartasegna abbattendo così “un divario digitale che condiziona lo sviluppo di questo territorio e rende la vita molto difficile a chi ha deciso di vivere, stabilmente o saltuariamente questo nostro meraviglioso territorio appenninico”. Ora si vedrà quanto gli amministratori regionali e di altri enti hanno davvero a cuore la sopravvivenza della montagna appenninica.