Il rapporto Ecomafia 2018, presentato come ogni anno da Legambiente nazionale per far conoscere i reati legati all’ambiente in Italia, doveva essere l’argomento della serata in programma venerdì 8 marzo a Voltaggio ma l’evento è saltato. Era previsto a Palazzo Gazzolo, edificio comunale in concessione alle Aree protette dell’Appennino Piemontese e gestito dall’imprenditore alberghiero Matteo Gandetto dallo scorso anno. Il circolo Legambiente Val Lemme ha deciso di svolgere l’evento a Bosco Marengo, alle 21, nella sede operativa delle Aree protette del Po Vercellese Alessandrino. “Gandetto – spiegano dall’associazione – voleva sapere se durante la serata di sarebbe parlato del legame tra Grandi opere e mafia, tema sul quale ha posto il veto. Ovviamente non abbiamo potuto escludere se la questione potesse essere sollevata o meno, visto che è più che mai attuale anche per quanto riguarda il Terzo valico, per il quale non siamo noi ma gli atti della magistratura a parlare di infiltrazioni della ‘ndrangheta nei lavori, così come per il Tav in Val Susa”.
Paola Lugaro, presidente del circolo Val Lemme, ha scritto all’imprenditore, al Parco e al Comune: “Siamo costretti ad annullare l’evento in quanto la richiesta di una censura preventiva su eventuali reati accertati che possano coinvolgere i progetti delle Grandi opere è inaccettabile e confligge con lo scopo della serata che è quello di divulgare i contenuti di un lavoro periodico che Legambiente svolge ormai da anni nell’interesse della collettività.
Riteniamo che la richiesta pervenutaci sia lesiva del diritto d’informare i cittadini in merito a fatti e avvenimenti di interesse pubblico o che accadono in pubblico: tale diritto è principio costituzionalmente garantito (art. 21) e incluso nell’ordinamento italiano tra le libertà di manifestazione del pensiero e si applica a chiunque, anche non iscritto all’albo dei giornalisti, descriva un avvenimento, o un evento di pubblico interesse, attraverso qualsiasi mezzo di diffusione. Auspichiamo – ha concluso Paola Lugaro – che il Comune di Voltaggio, proprietario della struttura, e l’Ente Aree protette dell’Appennino piemontese, concessionario della stessa, sappiano trarre le più opportune conclusioni in merito alla gestione di un bene pubblico che non può essere sottratto al soddisfacimento dell’interesse della collettività per il perseguimento di fini personali”.
Gandetto replica: “Sono rimasto molto sdegnato dall’atteggiamento della persona che dovrebbe rappresentare un’associazione che rispetto e che stimo (Legambiente) e che ho ospitato nella struttura che gestisco non più di qualche settimana fa (affrontando la questione del consumo del suolo). Purtroppo, alla domanda per conoscere l’argomento di discussione ho avuto una chiusura totale senza nessuna risposta. Penso che la necessità di informazione debba essere reciproca, e soprattutto ritengo che come buon proprietario io debba conoscere cosa accade all’interno della mia Casa, cosa che la persona con quale ho parlato non mi ha permesso di fare. Con il Parco stiamo organizzando – tramite l’investimento della mia azienda – moltissime serate per tutti, cercando di sviluppare un centro di discussione sul territorio, la sua storia e la sua cultura, e devo dire che tutte le serate hanno avuto un ottimo riscontro. Dall’inizio della concessione (agosto 2018) abbiamo organizzato più di dieci serate di approfondimento e dibattito, compresa una con Legambiente. Sapete dirmi – conclude – se esiste un’altra associazione, azienda o ente in zona che in questo periodo abbia ospitato e organizzato un numero uguale o simile di confronti pubblici?”.