Un presidio di cittadini ad Alessandria contro il progetto della Riccoboni-Grassano
Un presidio di cittadini ad Alessandria contro il progetto della Riccoboni-Grassano

La Provincia ha autorizzato la Grassano di Predosa, azienda del settore rifiuti del gruppo Riccoboni, all’installazione di un impianto di rigenerazione di oli esausti da autotrazione per 7 mila tonnellate annue. Bocciato, invece, come già in precedenza, il secondo impianto richiesto, riferito al trattamento di acque reflue industriali per il quale, sin dalla prima conferenza dei servizi del febbraio 2016, la Provincia e altri enti avevano espresso forti dubbi per via della presenza della sottostante falda acquifera di Sezzadio-Predosa, da cui si alimentano gli acquedotti dell’Acquese, già messa a rischio della discarica di rifiuti prevista a Sezzadio proprio dalla Riccoboni-Grassano e già autorizzata dalla Provincia.

Per le acque reflue, infatti, l’azienda proponeva serbatoi e vasche interrate per lo stoccaggio e il trattamento delle acque reflue e chiedeva di poter scaricare nelle fognature altre sostanze a quelle già sversate, ipotesi respinte dalla conferenza dei servizi. Timori erano stati espressi anche per il rischio di emissioni di odori nell’aria. La Provincia aveva quindi richiesto uno studio sul flusso della falda sottostante, vista la presenza a circa 2,5 km del campo pozzi di Predosa gestito dall’Amag. Favorevole alle proposte della Grassano il Comune di Predosa, contrari  invece i sindaci dell’Acquese e i comitati e le associazioni della Val Bormida che si battono per la tutela della falda, che avevano organizzato ad Alessandria dei presidi di protesta in occasione delle conferenze dei servizi convocate per valutare il progetto.

Dopo varie richieste di sospendere l’iter, la Grassano ha preferito ritirare il progetto riferito alle acque reflue, puntando invece sugli oli esausti, accordato dalla Provincia. Bocciata invece la richiesta di aumentare la potenzialità massima dell’impianto da 150 mila a 180 mila tonnellate annue. L’ok è arrivato in quanto, sostiene la Provincia, nello studio sulla falda (redatto dalla stessa Grassano) nessuno scenario prevede un arrivo di inquinanti quali cloruro di vinile, toluene e selenio ai pozzi acquedottistici di Predosa. Sarà comunque aumentato il numero di pozzi piezometrici per controllare l’eventuale presenza di inquinanti verso la falda.