Affabulazione e professionalità tra i segreti della vera piadina

0
1965

Un angolo di Romagna nel cuore di Novi. In corso Marenco è attiva da 5 anni “La piadina di Tommy”, gestita da Giuseppe “Pè” Di Marco, 48 anni, giramondo novese con la passione della “cultura della qualità” che si concretizza nella ricerca enogastronomica che fa capo a Slow food ma a alla Confartigianato di Novi. La sua è una ricerca continua, maturata in anni e anni di spostamenti in Italia e all’estero, soprattutto tra gli Stati Uniti e il Sud America.

Più che un capo barman, un caposcuola, essendo il suo esempio seguito non sempre, come lo stesso Pè conferma: “in modo congeniale”-.

“Il cibo è sempre stata la mia passione fin da bambino – racconta con le sue indiscusse doti di affabulatore  – e continuo a coltivarla cercando di trasmetterla ad amici, famiglia e clienti. Ho frequentato da libero professionista tutte le principali fiere di food & beverage, dove ho sempre imparato e sviluppato la ricerca. mettendo le mie conoscenze a disposizione di tutti. “La piadina di Tommy” è un punto importante di questa ricerca. Perché la Romagna? Intanto perché di famiglia ho origini romagnole e quindi l’approccio è partito all’interno della mia cerchia. Praticamente ho studiato “piadina” alle sue origini, nella zona di Cesenatico. Ho trascorso un lungo periodo lì, prima di tornare a Novi 5 anni fa per aprire il locale. Sono stato persino al museo di Casa Artusi a Forlimpopoli per rimparare a fare la piadina a regola d’arte, solo con ingredienti che fanno parte dei presidi Slow food”-.

“Come si fa una piadina a regola d’arte? – prosegue Pè Di Marco – Non ci sono segreti, ma solo professionalità. L’antica ricetta romagnola proviene  da mia zia che viveva a Pinarella di Cervia e dai miei cugini che hanno un chiosco di piadina nel Cesenate. Deve essere prodotta al momento con farina del mulino Maraldi di Cesena, strutto di suino razza mora romagnola e sale di Cervia. Quindi latte e acqua. Questa è la ricetta storica che un tempo per i romagnoli era il pane dei poveri. Poi si farcisce”-. Il tutto si accompagna con  salumi e formaggio squacquerone Dop.

Pé Di Marco è conosciuto per essere un imprenditore “puro” della ristorazione. Infatti gestisce anche il ristorante Mapedo.Zero, poco distante dalla piadineria, dove è votata ai prodotti a chilometro zero. Le carni provengono da Cassano, San Cristoforo e  Sant’Agata,. I vini, tutti del territorio. Ma per quanto riguarda l’esempio, manifesta un cruccio. “Sa cosa mi fa più male e che detesto? – conclude – Credo nella mia qualità, certificata da 5 riconoscimenti rilasciati da Trip advisor, ma noto purtroppo che dopo la mia apertura, in città sono fiorite le diciture “piadina”. Peccato, però, che in quasi tutti i casi si tratti di piadina preconfezionata e riscaldata”-.