Una mostra voluta e inaugurata sabato scorso da Philippe Daverio in un involucro “magico”; si tratta di “Parrocchetti – tre generazioni di artisti” allestita nel castello di Borgo Adorno, dallo scorso settembre, trasformato in Casa Museo.

Tra queste antiche mura ha vissuto e lavorato Clemen Parrocchetti, (1923 2016) artista di grande spessore, che tra gli anni ’50 e il nuovo secolo ha realizzato circa un migliaio di opere, con le quali ha raccontato i momenti salienti della sua vita e del periodo storico che spesso l’ha vista protagonista, come quelle raccolte sotto il titolo “Amore e divorazione”, quadri realizzati negli anni ’70, che testimoniano la militanza  nel movimento di liberazione della donna.

Clemen non è un’artista improvvisata, come spiega Daverio: “ Dopo un marito e quattro figli, negli anni Cinquanta si iscrive all’Accademia di Brera, quando quella scuola era luogo di pochi ma convinti giovani alla ricerca di una dimensione innovativa delle arti. Dipingeva con quel gusto espressionista che ossessionava molte menti creative che avevano assistito ai disastri della guerra…”

Delle mille opere, circa trecento sono appese nelle suggestive sale del castello.

Ora altri due artisti appartenenti alla stessa famiglia, sono inseriti in questo affascinante contenitore medievale, che profuma di “casa”, si tratta  di Antonio e Alessandro, rispettivamente padre e cugino di Clemen. Parrocchetti.

L’aria famigliare si respira non appena si varca il portone del giardino, accolti dal padrone di casa Antoniotto Guidobono Cavalchini. All’interno saloni, camere da letto, studi, sale da pranzo, corridoi, e persino la cucina ricca di oggetti di vita quotidiana, raccontano la storia di questa antica famiglia. Tutto è arredato con immenso gusto; la disposizione dei quadri e delle sculture, apparentemente casuale, crea quell’aria  di vissuto che manca nella maggior parte dei musei.

Ecco tra i lavori di Clemen, gli acquerelli di Antonio Parrocchetti (1876-1940), militare di carriera. Antonio ha raccontato nei suoi album da disegno le vicende che hanno attraversato la sua vita, in particolare tra gli anni Venti e gli anni Trenta. Troviamo quindi scene dipinte al fronte ma anche familiari, paesaggi marini, o di campagna, immagini dei suoi viaggi, ritratti di persone incontrate.

Particolare l’abitudine di inviare a parenti e conoscenti cartoline dipinte in cui l’artista rappresenta il momento che stava vivendo.

Negli angoli, sulle mensole e sopra un grande tavolo sono esposte le sculture di Alessandro Parrocchetti. L’artista è nato a Milano nell’immediato dopoguerra, vive e lavora a Milano e Morazzone (Va). La sua creatività si esprime in età matura durante viaggi in cui raccoglie oggetti di vario genere sulle spiagge, sul fondo marino, oggetti che vengono poi assemblati e modellati nelle forme più disparate. In particolare gli elementi metallici lo portano a realizzare opere anche di grandi dimensioni con frequenti richiami alla mitologia e al mondo classico.

La mostra, “Parrocchetti. Tre generazioni di Artisti”, ideata dall’Associazione “Archivio Clemen Parrocchetti”, per mantenere vivo il clima della Casa Museo, fa parte di una serie di eventi, quali concerti, convegni, dibattiti, e attività didattiche,  che si terranno nel castello di Borgo Adorno. Presente all’inaugurazione, tra gli altri, l’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi e  il pittore Pietro Bisio che ha donato due dipinti, una a Daverio e una a Cavalchini.

Nel mese di luglio la mostra è aperta al pubblico sabato e domenica 14-15/ 27- 28, dalle 10 alle 18 prenotando al 3401401945 – proseguiranno poi nei fine settimana dell’11 -12 e 25-26 agosto e nei week-end dell’8-9 e 22-23 settembre, sempre dalle 10 alle 18 con prenotazione obbligatoria.

Per maggiori informazioni: www.castellodiborgoadorno.it   mail [email protected]

Di seguito alcune foto dell’inaugurazione e delle opere esposte.