Barisone, il Gavi docg nelle terre dei suoi avi

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Ripartire dalle proprie radici. Dev’essere stato questa l’idea che ha spinto Simone Barisone, 38 anni, enologo di Gavi, ad avviare una sua azienda vitivinicola alla cascina Maruffa, in località Zerbetta, dove la sua famiglia abita da quasi quattro secoli. Dopo la laurea all’Università di Torino e un’ormai una lunga esperienza da enologo nelle aziende del Gavi docg, Simone ha deciso di ripartire più che mai dalla sua terra.

“C’è un articolo di giornale del 1940 – spiega Simone – dove si dice che il mio bisnonno Antonio doveva essere premiato dal duce in persona poiché la sua famiglia abitava alla Maruffa da circa 300 anni, insieme alle altre famiglie contadine della provincia considerate fra le più “longeve” sotto questo punto di vista”.
Sin dall’Ottocento alla cascina si coltiva l’”oro di Gavi”, l’uva Cortese, insieme ad altre uve nere, come il Dolcetto e la Barbera, in quegli anni per conto della Toledana, ancora oggi una delle più note aziende del Gavi docg, da decenni proprietà della Fratelli Martini di Cossano Belbo.
Poi alla Maruffa i Barisone, finita l’epoca della mezzadria, hanno deciso di fare da sé, fino a tre anni, quando il nonno di Simone, Mario, ha chiuso gli occhi per sempre dopo una vita passata a coltivare le vigne.

Il testimone è così passato a Simone, che grazie ai fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione, sta allestendo una cantina attrezzata per produrre anch’egli vini bianchi e rossi, come hanno fatto i suoi avi su 4 dei 10 ettari di proprietà. Barisone non ha dimenticato quanto ha fatto suo nonno e quindi ha voluto in qualche modo rendergli omaggio indicando i primi vini prodotti dalla sua azienda con delle esclamazioni tipiche di Mario, rigorosamente in dialetto di Gavi.
“Per esempio – dice Simone mostrando una bottiglia – questo vino rosso dolce si chiama “Sacramentu mei duse”, cioè “accidenti che dolce”, proprio come diceva mio nonno quando assaggiava vini come questo. Oppure un Dolcetto secco doc si chiama “A giuda”, che in dialetto gaviese indica l’attesa per un evento positivo”. Poi il re dei vini di Simone, il Gavi del Comune di Gavi docg, non poteva che chiamarsi “Nonno Mario”. Così, la storia della Maruffa continua.