C’è un benefattore, al momento anonimo, dietro il monitoraggio del lupo sul territorio provinciale. Tre anni fa le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno avviato il piano insieme ad altri enti e associazioni grazie ai fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione e alle somme messe a disposizione dal misterioso soggetto. L’obiettivo è creare una mappa delle aree più idonee per questo animale così schivo nei confronti dell’uomo. “Il monitoraggio – dice Gabriele Panizza, tecnico ambientale dell’Appennino Piemontese – è consistito nella raccolta di escrementi per avere, attraverso le analisi, le composizioni dei branchi e la loro distribuzione sul territorio. Un privato ha messo a disposizione i fondi per le analisi genetiche che sono in già state avviate a Missoula, nel Montana (Usa), mentre con i fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione sarà redatta la carta di idoneità del territorio”. I dati saranno resi noti all’inizio del 2020, insieme al nome del “soggetto privato” che ha elargito i fondi per la ricerca, che non sarebbe stata possibile poiché nel 2012 l’amministrazione regionale targata centrodestra aveva tagliato i fondi al progetto Lupo, avviato negli anni precedenti proprio per monitorare il lupo in tutta la Regione.

Un presunto lupo avvistato nel Tortonese

“Anche grazie a questi fondi privati – dice il presidente delle Aree protette, Dino Bianchi – siamo riusciti a non interrompere un’attività che ora andrà avanti grazie al progetto europeo WolfAlps, che ha dato al nostro ente 300 mila euro per fare anche prevenzione e gestione dei conflitti uomo-lupo con reti elettriche e consulenze tecniche per prevenire gli attacchi al bestiame, oltre a informazione, didattica nelle scuole e promozione del territorio con il marchio “Terre da lupi”. Un progetto che coinvolge anche le associazioni dei cacciatori. Negli anni scorsi la società Almo Nature ha messo a disposizione gratuitamente agli allevatori il mangime per i cani da guardia per tutelare il bestiame dal lupo ed evitare conflitti tra l’uomo e il predatore. Sull’Appennino fino a poco a poco tempo era stati individuati branchi di lupi a Capanne di Marcarolo, sul monte Alpe tra Val Lemme e Valle Scrivia e tra Val Borbera e Val Curone.