Il ritorno della fiera zootecnica

Il vecchio (dolore) che avanza

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Gentili signore e signori, ho appreso dal sito del Comune di Alessandria notizie sulla 414° Fiera di San Giorgio che, dopo l’imminente svolgimento ad Aprile, «(…) nel prossimo ottobre vedrà un’importante “anticipazione” dell’edizione 2019 con il ritorno ufficiale del riferimento tematico alla zootecnica, tanto importante per il territorio alessandrino).»

E’ interessante vedere al tavolo della presentazione la persona che nell’Amministrazione del Sindaco Piercarlo Fabbio (2002-2007), ricoprendo la carica di Assessore, si spese lodevolmente per chiudere i battenti di questa fiera anacronistica ma i battenti arrugginiti riapriranno. Chissà che cosa pensa di questa trovata, proprio adesso che ricopre un ruolo preminente nel commercio alessandrino.

La Fiera di San Giorgio ha una tradizione consolidata e non vi è dubbio che le fiere zootecniche facciano parte della tradizione ma vogliamo guardare gli animali per chi sono veramente?

Vale davvero la pena esporre quei corpi come se fossero oggetti e prodotti, soltanto perché una tradizione ce lo impone?

E’ già molto doloroso pensare che cosa sia la zootecnia cioè un’attività che prevede animali incatenati, legati, chiusi in stalle e recinti in attesa del mattatoio ma questo non ci basta: bisogna anche esporli in fiere, mercati e sagre.

Roberto Marchesini, medico veterinario, in “Oltre il muro” (1993) scrive: «Il lager zootecnico non solo ha rimosso qualsiasi senso di responsabilità umana nei confronti degli animali domestici, ma ha fatto di più: ha volutamente ignorato le loro caratteristiche di esseri senzienti. Questa attività è letteralmente un crimine legalizzato.»e ancora:«Non è possibile assicurare agli animali benessere e tenere in piedi l’industria zootecnica.»

In queste fiere ci si adopera affinché tutto sia a norma, a garanzia del benessere animale, concetto sempre più discusso perché si basa su ciò che dice la legge scritta dagli esseri umani, non dagli animali che non riterrebbero mai loro benessere un trattamento da schiavi in attesa della pena di morte.

Enrico Moriconi, medico veterinario, in “Le fabbriche degli animali” (2001) scrive: «Nel campo della zootecnia non sono ancora stati compresi o accettati i principi basilari dell’etologia dal momento che gli animali sono tuttora assoggettati alla visione antropocentrica, per la quale essi sono comunque subordinati all’uomo e a sua disposizione, ne discende inevitabilmente che, nel caso di animali utilizzati a scopo di lucro, la loro condizione di essere vivente passa in secondo piano rispetto all’aspetto produttivo

Dunque, se certe affermazioni arrivano da professionisti del mestiere, credo sia doverosa una riflessione.

Considerata la sofferenza animale che questo genere di fiera reca in sé, le risorse umane, strumentali e finanziarie da dedicare a questo mortifero evento dovrebbero essere utilizzate per iniziative che guardano alla vita, non alla morte.

Lettera Firmata