Maini, fascino senza tempo

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1945
Ovada, gli alunni della Damilano al Museo Maini

Gli alunni della Terza A della scuola Primaria Damilano ci hanno raccontato la visita al Museo Maini di Ovada.

Cronaca della visita al museo

La nostra guida di nome Marco ci aspettava sulla porta.
Dopo ci ha fatto entrare e siamo andati in una stanza dove abbiamo posato le giacche; lì ci ha spiegato perché il museo si chiamava così; poi abbiamo parlato dei dinosauri italiani; ci ha illustrato tre tipi di rocce, che sono le ignee, metamorfiche e sedimentarie.
In un’altra stanza abbiamo osservato due scaffali con le conchiglie italiane e quelle estere.
Infine in un’altra stanza attrezzata abbiamo scavato dentro alcune casse, dovevamo trovare dei reperti.
Quando è scaduto il tempo abbiamo confrontato i fossili.
Come ultima attività siamo andati a cercare altri particolari fossili in una grande sala espositiva con varie vetrine.
Alla fine, al momento del rientro a scuola, Marco ci ha consegnato un diploma con un fossile di ammonite vero! (A.P.)

La storia di Giulio Maini

Giulio era un appassionato di fossili. Ne aveva così tanti che non ci stavano più in casa quindi li donò al Comune di Ovada, che li sistemò in un museo. Il primo era a Costa d’Ovada… ma poi anche lì non ci stavano più. Allora li trasferirono in un altro, presso il liceo. Anche lì dopo un po’ non ci stavano più, così aprirono un altro museo dentro la vecchia prigione ristrutturata. Un giorno Maini trovò un fossile sconosciuto. Quindi chiamò un paleontologo… però passarono i giorni e l’esperto non trovava il tempo di andare da Giulio. Quando finalmente riuscì ad esaminare il fossile, gli disse: ”Non lo conosco. Nemmeno sui computer c’è!”. Giulio rimase sbalordito e così chiamò il fossile di granchio “calappilia maini”.
Oggi sappiamo che esistono solo due esemplari al mondo, presenti soltanto nel museo di Ovada. (F.C.)