Musei locali e facciate colorate per una… terra sempre in corsa

Un progetto di sviluppo locale sostenuto dal Gal. Le dimissioni del presidente

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Palazzo Spinola

«Da Libarna a Coppi: una terra sempre in corsa». Bello il titolo scelto dal Gal Giarolo Leader per il Piano di sviluppo locale. Perché il Gruppo di azione locale, Gal appunto, con sede a Stazzano, è proprio questo che deve fare, sviluppo locale, utilizzando i soldi stanziati dalla Comunità europea. La parola “corsa”, dà l’idea del movimento e, in un territorio inamovibile come quello in cui opera, è di buon auspicio.

Stazzano,sede del Gal

Nessuna accusa agli amministratori locali attuali, niente finanziamenti, pochi abitanti, quindi pochi introiti, tante strade semidistrutte sia dal passare inesorabile del tempo che tutto logora, sia dagli eventi naturali, frane, alluvioni…ma ora la ”terra sempre in corsa”, avrà una svolta decisiva.

E allora vediamo quali sono le principali innovazioni nella programmazione . La prima azione che troviamo è la redazione, di Manuali per il recupero del patrimonio architettonico e paesaggistico. Cioè? Un’integrazione a un manuale già esistente. E per fare cosa? Se abbiamo capito, almeno due cose fondamentali: innanzitutto inserire un piano colore. Perché il lettore non piombi nel sonno più profondo, riportiamo solo una delle motivazioni addotte: “La casualità nell’uso del colore e l’autonomia discrezionale ha provocato e provoca gravi fenomeni di degrado della qualità ambientale”, tradotto,  se tutti colorano la facciata delle loro case come diavolo gli pare, non è bello…può essere vero, ma da qui ad essere una priorità!

Il museo di Cosola

Altra innovazione nella programmazione sono i musei rurali. Anche di questo ne sentivamo la mancanza.  Per attuare questo progettone sono necessari degli studi, che costano ovviamente, uno di questi è lo “Studio per l’individuazione degli elementi tipici del patrimonio naturale locale”, chissà a quale luminare sarà affidata questa ricerca.

Nella nota redatta dal Gal, si fanno le domande e si danno le risposte. Una di queste è:  Perché le necessità di istituire o ammodernare i musei locali?, ecco bravi, ce lo chiedevamo anche noi. Una delle risposte che troviamo, e non è neppure la più emblematica é: “il museo rurale locale è contraddistinto da un’esposizione fortemente legata al territorio che lo accoglie, generando una forte interconnessione di senso e di significato”.

Museo della Resistenza, postazione di Radio Londra

Ricordiamo che sono ben 56 i comuni che fanno parte di questo Gal, alcuni saranno anche felici di aderire al piano colore o raccattare qualche euro per istituire l’ennesimo Museo rurale. Se osserviamo una parte del territorio, prendiamo ad esempio la Val Borbera, qui di musei rurali se ne contano almeno una mezza dozzina: i tre di palazzo Spinola a Rocchetta: quello della Resistenza, che peraltro è unico nella provincia, ma non sembra attiri frotte di visitatori nonostante l’impegno delle persone che se ne occupano bene e gratuitamente.

Idem per l’altra parte annessa che racconta la Vita sociale in Valle, e poi c’è quello dell’Arte Sacra, che raccoglie oggettistica e paramenti, appartenuti alla chiesette del territorio e che bontà loro, i vari ladri hanno lasciato.

Pinacoteca dei frati Capuccini

Ci sono inoltre il museo contadino di Carrega, quello di Volpara, di Cosola,seppur privati, e c’è un museo bellissimo a Borghetto Borbera, quello del giocattolo.  Anche in Vallemme qualche museo locale c’è, ad esempio quello di Voltaggio a Palazzo Gazzolo, veramente bello dotato anche di tecnologia multimediale, finanziato qualche anno fa dalla Regione e poi chiuso per mancanza di soldi per pagare lo stipendio al  personale  in grado di  occuparsene. E come dimenticare la meravigliosa pinacoteca dei frati Capuccini, sempre a Voltaggio. Insomma questo per dire che musei ce ne sono in abbondanza, e abbiamo evidenziato solo due zone.

Comunque se un nuovo museo rurale dovrà essere realizzato piuttosto che zappe, vanghe e arnesi vari, sarebbe molto interessante esporre proprio la mummia di un contadino perché da queste parti non si sa più come sia fatto.

Giuseppe Teti

Tutto quanto annotato sin qui è stato ispirato dal sindaco di Vignole, Giuseppe Teti, che a seguito del primo incontro che si è tenuto a Garbagna  tra i soci del Gal, prima delle vacanze estive, ha preso carta e penna e ha scritto una lunga lettera al Gal stesso e per conoscenza ai colleghi. Nella missiva tratta anche argomenti che ora non ci competono, come la richiesta al Gal di che fine abbiano fatto le quote societarie che prima erano della Provincia, (a proposito che fine hanno fatto?). Teti chiede lumi anche in relazione al Manuale di prossima redazione, già citato, e chiede perché spendere soldi pubblici per qualcosa che esiste già. Entra nello specifico parlando di 17mila e fischia euro di costo vivo. Comunica che il piano colore rientra nei finanziamenti regionali, e che proprio Vignole ne sta già usufruendo.

Poi c’è un passaggio abbastanza divertente. Teti sottolinea che secondo l’affermazione del Gal, per quanto è stato deciso (colore e musei), “non sono previste modifiche o rivisitazioni” quindi chiede che senso abbia aggiungere incontri a questo primo incontro. La risposta del Gal va letta con attenzione, perché spiegano : “non sono previste modifiche e/o rivisitazioni, ma il Gal metterà comunque in visione la documentazione – prima della sua presentazione in Regione – per permettere agli attori coinvolti eventuali segnalazioni”.

Museo contadino Rocchetta Ligure

Teti a questo punto si chiede a che pro uno dovrebbe perdere tempo per “segnalazioni” che non saranno prese in considerazione. Al di là del fatto che si creda o meno nel potere taumaturgico di edifici colorati e micro musei, pare difficile dare torto a Teti, almeno sul fronte “inutili segnalazioni”.

Sia ben chiaro, – dice Giuseppe Teti –  il Gal fin dalla sua nascita ha fatto tantissime cose buone, in soprattutto quando ha intercettato ed intercetta finanziamenti per sviluppare le filiere e creare nuove imprese, in modo particolare nel settore agricolo e turistico, aiutando aziende che probabilmente, in questi anni di grande crisi, sarebbero state in difficoltà.- E conclude – Cedere all’estetica, non è una debolezza, l’arte e la bellezza sono necessità reali, quindi ben vengano le facciate colorate e i deliziosi musei locali, basta che sia palese che non risolleveranno le sorti di questi territori”.

Graziano Montessoro

Ed è proprio notizia di oggi, che Graziano Montessoro, dopo circa un ventennio di presidenza,  ha rassegnato le dimissioni irrevocabili a partire dal 1 settembre per ragioni personali. Lo ha annunciato con una lettera ai soci, nella quale si legge: “Spero di aver sempre svolto, in questi lunghi anni di collaborazione, il mio lavoro nell’interesse della comunità, nella speranza di non avervi deluso”.

Naturalmente non si conosce ancora il nome del sostituto, in questi giorni a prendere le redini sarà probabilmente il suo vice, il sindaco di San Sebastiano Vincenzo Caprile.