Duro attacco del vescovo di Tortona, Vittorio Viola, contro il comportamento della proprietà della Pernigotti. Il frate francescano non ha mai fatto il nome del gruppo Toksoz, lunedì sera, mentre celebrava la messa di Natale nel cortile della fabbrica davanti a centinaia di persone, ma si è rivolto al sistema economico all’interno del quale si è sviluppata questa vicenda, con il gruppo turco che intende tenere per sé il marchio per far produrre ad altre aziende i cioccolatini gianduiotti, cancellando quasi 170 anni di storia industriale novese e mettendo a rischio 250 posti di lavoro. Prima di ricevere dai lavoratori la bandiera con le firme delle maestranze, già consegnata ai parlamentari e ai rappresentanti delle istituzioni, Viola, nella sua omelia, ha affermato che “le relazioni economiche hanno perso di vista la dignità dell’uomo”. Proprio come nella vicenda Pernigotti, “sono risultati più importanti il prodotto e il suo marchio”.

Il pubblico e le autorità ala messa di Natale di lunedì alla Pernigotti

Parole pronunciate dall’altare improvvisato costruito con i bancali in legno impiegati nella fabbrica, in sciopero e occupata dal 7 novembre scorso. “Queste persone – ha detto ancora il vescovo  – valgono di più di due punti in più nelle quotazioni di una società in Borsa. Non dobbiamo arrenderci di fronte a un’economia malata dove il denaro comanda”. Dal sindaco Rocchino Muliere, in prima fila con i colleghi di Pozzolo, Grondona e Basaluzzo e il comandante della Compagnia carabinieri di Novi, capitano Marzia La Piana, un plauso all’intervento di monsignor Viola: “Questa messa stata un dono per noi, ci ha reso più forti in questa battaglia, abbiamo una speranza in più”. Alla Pernigotti si attende la visita dell’advisor che entro l’8 gennaio deve individuare un’impresa che intenda mantenere aperto lo stabilimento.