Rinunciare alle cure perchè “troppo care”

Il dato emerge da una ricerca condotta sul territorio attraverso 223 questionari tra under e over 65 anni

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Gian Battista Campora, responsabile della Cisl di Ovada

Più del 50 per cento degli intervistati lamenta tempi d’attesa troppo lunghi e per aggirare l’ostacolo trova soluzioni “fai da te” ricorrendo al privato. Più del 58 per cento lamenta costi troppo elevati per farmaci spesso indispensabili: la spesa ad Alessandria dal 2015 al 2016 è aumentata da 4 milioni di euro a 4,5 milioni di euro.

Emerge da una ricerca condotta dalla Fnp Cisl Alessandria-Asti con il Coordinamento Donne e l’associazione di volontariato Anteas. Attraverso 223 questionari, equamente divisi tra under e over 65 anni, si é cercato di comprendere, all’interno della realtà “caro-cura”, in quali settori si registrano le maggiori criticità, per quali motivi si registra l’abbandono o il rinvio di cure o il ricorso al privato.

Il dato é distribuito su varie fasce d’età e di condizione di lavoro. “Il dato è ancor più significativo per la nostra sezione– dice il caposervizio Cisl di Ovada, Gian Battista Campora – l’Ovadese è una delle zone più anziane della provincia, non di meno la Valle Stura, che con molti dei suoi associati fa riferimento al Basso Piemonte”. Nell’Ovadese il disagio della spesa si unisce all’incertezza dei servizi ospedalieri e va a braccetto con i disservizi sui trasporti.

Se per una visita ortopedica da Ovada bisogna andare fino a Tortona e per un banale ricovero si va ad Alessandria e Casale, la normalità diventa un’impresa, gli anziani se possono rimandano. Chi non può spostarsi con mezzi propri, deve mettere in conto la trasferta di un’intera giornata con i mezzi pubblici, praticamente assenti la domenica”.

Lo studio sulle cure si inserisce nella statistica nazionale di “11 milioni di Italiani che rinunciano alle terapie o le rinviano”. La ricerca è finalizzata anche ad “esplorare problematiche regionali”. “Se a Ovada spetta di diritto il Pronto Soccorso di area disagiata, venga attivato – è la soluzione per Campora – Bisogna potenziare l’attività di soccorso e gli ambulatori. Per non penalizzare le fasce più deboli e spopolare le periferie, Ovada deve rivalutare il ruolo di centro zona e fermare l’emorragia di treni e bus”.