Dal 9 al 13 agosto partecipo come volontario al Viking Festival di Borg, nelle Isole Lofoten. Durante il mio lavoro come guida tursitica ho avuto occasione di visitare spesso questo luogo, molto famoso per il suo museo e per la “longhouse”, la casa vichinga lunga 83 metri.

Nel 1981 un contadino scoprì per caso dei frammenti di vetro e artefatti antichi mentre stava arando il suo campo. Dopo approfonditi scavi archeologici si giunse alla conclusione che dal 400 al 900 d.C. una famiglia nobile molto importante visse nelle isole Lofoten. Il capo vichingo abitava in una casa enorme con la sua famiglia, i suoi servitori, gli schiavi e gli animali (una parte era adibita a stalla). Nel 900 l’ultimo capo, Olaf, lasciò la Norvegia a causa di conflitti con altri nobili e si trasferì in Islanda.

Durante i giorni del festival tante storie antiche diventano reali: ricevo subito vestiti vichinghi che mi sembrano molto comodi ed eleganti (anche se sono quelli di uno schiavo!). Io e gli altri otto volontari (tra cui i miei colleghi Fernando dall’Argentina e Lea dall’Austria) abbiamo varie mansioni: diamo informazioni ai visitatori, aiutiamo in cucina, disegniamo con i bambini e controlliamo che l’area del festival rimanga pulita. Ci sono decine di tende dove è possibile acquistare pelli d’animali, vestiti, spade, elmi (senza corna, è un falso mito che gli elmi vichinghi avessero due corna, sarebbero stati molto scomodi in battaglia!), cibo, ecc. Si possono osservare al lavoro fabbri e artigiani vari e divertirsi con giocolieri, artisti e cantastorie. Inoltre, i visitatori possono cimentarsi con il tiro dell’arco e dell’ascia. L’attrazione principale è il giro sul lago con una ricostruzione fedele di una nave vichinga: a seconda del tempo si muove con il vento o grazie alle braccia dei turisti che vengono invitati a remare!

I primi due giorni splende il sole e c’è tantissima gente, poi il tempo peggiora, piove molto e c’è un vento a tratti fortissimo che rischia di far volare via le tende. Ma siamo in Norvegia: tutti sembrano essere abituati a queste variazioni repentine e i visitatori non si fanno scoraggiare.

Il sabato sera c’è un evento molto speciale: la cena nella sala dei banchetti della casa vichinga. Circa 100 persone (naturalmente tutte con vestiti vichinghi) si siedono su lunghe tavole e panche in legno massiccio. La sala è illuminata da lampade e candele. Il capo vichingo ci dà il benvenuto, poi vengono serviti una zuppa bollente e tanta carne con contorno di verdure. Varie persone raccontano storie, cantano e suonano. La parola “skol” (salute!) viene pronunciata sempre più frequentemente, birra e idromele scorrono a fiumi. A mezzanotte usciamo tutti fuori e balliamo in cerchio in un’atmosfera veramente magica: oscurità parziale (il periodo del sole di mezzanotte è ormai terminato da alcune settimane), nuvole che si muovono veloci e lasciano intravedere la luna.

Domenica pomeriggio c’è la cerimonia di chiusura con ringraziamenti a tutti i partecipanti e anche a noi volontari. Termina così un’altra esperienza fantastica che mi ha permesso di conoscere ancora meglio una fase fondamentale della storia norvegese.