Sarà portato all’attenzione di tutti i Comuni del territorio novese e tortonese il documento approvato dal Consiglio comunale di Arquata Scrivia nell’ultima seduta, all’unanimità, per lanciare l’allarme sui rischi che corre il servizio di assistenza della Croce Verde Arquatase, messo in pericolo dal mancato finanziamento del Fondo Nazionale per il Servizio Civile, deciso dal governo Gentiloni nel 2018. I posti disponibili per i giovani sono passati da 53.363 a 39.181 a livello nazionale, con inevitabili ricadute sui servizi che venivano svolti da questi ragazzi. A pagare le conseguenze, a livello locale, è per l’appunto la Croce verde di Arquata, che perderà quattro volontari del Servizio civile e con essi circa 2 mila servizi annui, con gravi ripercussioni per la popolazione di tutto il Novese, specie per le fasce più deboli, cioè anziani e malati. Il presidente della Croce Verde, Armando Gotta, è intervenuto in Consiglio comunale, dove ha parlato di “situazione diventata insostenibile in quanto, a fronte delle riduzioni delle risorse, ovviamente importanti, le maggiori criticità sono legate al reperimento delle risorse umane, anche alla luce della nuova normativa in materia di “enti del Terzo Settore” e “servizio civile” che sta creando enormi difficoltà nelle reperimento del “personale”. Annualmente, la Croce Verde effettua circa 3.700 interventi, che richiedono spostamenti per quasi 200 mila km percorrendo un’area estremamente vasta (Valle Scrivia, Val Borbera, Val Curone, Valle Spinti) di oltre 500 kmq.

Consiglio Arquata Scrivia
Il Consiglio comunale di Arquata Scrivia

I maggiori problemi – ha detto ancora Gotta – sono di carattere organizzativo e burocratico nei rapporti con l’Asl e di reperimento di “risorse umane” per garantire il regolare svolgimento del servizio”. L’assessore Nicoletta Cucinella e il vicesindaco Paolo Spineto hanno ricordato che già da tempo hanno evidenziato tali problematiche all’Asl, senza ottenere riscontri adeguati: “Lo Stato, per ragioni economiche, si avvale sempre più frequentemente, nei servizi legati alla sanità e in particolare per quelli di trasporto, di “personale volontario” con tutte le conseguenti difficoltà organizzative già ampiamente evidenziate, mentre la tutela della salute pubblica è un bene primario che deve essere garantito senza sottostare a vincoli economici né a valutazioni di carattere politico”. Dall’opposizione, il consigliere Diego Sabbi ha ricordato che “tale situazione ha portato a una crescita esponenziale della “sanità privata” a scapito di quella “pubblica”. Nell’ambito della Provincia sussiste una grave carenza di medici che entro dieci anni porterà, inevitabilmente, ad un ulteriore depotenziamento degli ospedali minori o alla loro chiusura, cui si dovrà sopperire con un adeguato servizio di trasporto dei pazienti a quelli maggiori adeguatamente strutturati”. Il documento approvato dall’assemblea arquatese chiede in primis alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione, alla Provincia e ai parlamentari locali di attivarsi per sollecitare un tempestivo finanziamento del Fondo Nazionale per il Servizio Civile.