Giovedì 27 luglio, approfittando di alcuni giorni liberi, mi dirigo verso la parte più settetrionale di tutta l’Europa, Capo Nord. Mia compagna di viaggio è Lea, una collega austriaca. Il mezzo di trasporto è l’Hurtigruta, un servizio di traghetti norvegesi che ogni giorno viaggia tra Bergen a sud-ovest e Kirkenes a nord-est, a pochi chilometri dal confine con la Russia.

Ci imbarchiamo a Tromso alle 5.30 del pomeriggio: splende il sole e fa caldo. Dal ponte della nave salutiamo la “nostra” città, che presto diventa un puntino in lontananza. Poco dopo scompare anche il resto del paesaggio: una fitta coltre di nubi e nebbia avvolge la costa e le isole che attraversiamo durante il nostro tragitto. Verso le 22 approfittiamo della vasca idromassaggio all’aperto, anche se quando usciamo fa molto freddo. La notte scorre tranquilla mentre dormiamo sui divani della zona comune (per viaggi inferiori alle 17 ore non è necessario avere una cabina).

La mattina dopo arriviamo a destinazione: Honningsvåg, un paese che contende a Hammerfest il titolo di “città più a nord del mondo” (ma avendo solo 2400 abitanti non ha lo status ufficiale di “città”). Si trova su un’isola chiamata Magerøya, la cui attrazione principale è senza dubbio Capo Nord, considerato erroneamente il punto più settentrionale dell’Europa, con i suoi 71° 10′ 21″ gradi di latitudine nord. In realtà le isole Svalbard sono molto più a nord e la penisola di Nordkynn, 70 km a est, è il punto continentale più a nord. Nonostante ciò, il nome “North Cape”, dato dall’esploratore inglese Richard Chancellor nel 1553, è rimasto sinonimo di terra estrema da raggiungere in ogni viaggio artico.

Io e Lea incontriamo altri tre colleghi che sono venuti in macchina e insieme ci dirigiamo verso Nordkapp. A pochi metri dall’ingresso la visibilità è così ridotta a causa della nebbia che decidiamo di non entrare: in fondo si tratta di un’attrazione turistica che ha ben poco da offrire con questo tempo. Invece di unirci alle centinaia di persone che osservano sconsolate la nebbia decidiamo di fare un’escursione in un paesino più a sud, Skarvag. Essendo più basso la visibilità è migliore e camminiamo lungo la costa, caratterizzata da formazioni rocciose spettacolari. Non siamo soli: varie volte incrociamo delle renne, che in questa zona sono molto numerose. Alla sera ceniamo tutti insieme, sperando che il tempo migliori. Ma purtroppo anche il giorno dopo dominano la nube e la nebbia: i miei amici in auto ripartono, io e Lea facciamo un’altra lunga camminata. I paesaggi sono spettrali e affascinanti, non incontriamo anima viva e ci godiamo la bellezza di questa natura tenebrosa in assenza di sole. Il terzo giorno la situazione peggiora ancora e piove a dirotto. Capiamo che non c’è niente da fare e che non raggiungeremo Capo Nord, almeno per questa volta. Ma il viaggio continua, facendo per la prima volta autostop in Norvegia!

Il racconto proseguirà nel prossimo articolo.