Le presunte irregolarità riscontrate nell’iter autorizzativo del biodigestore previsto a Isola del Cantone (Genova) finiscono all’attenzione della procura di Genova. I sindaci di Arquata Scrivia, Alberto Basso, e di Isola, Giulio Assale, hanno sottoscritto un esposto, indirizzato anche alla Città metropolitana (l’ex Provincia) di Genova, nel quale si evidenzia come l’autorizzazione paesaggistica alla società Energa sia stata rilasciata lo scorso anno dalla Regione nonostante il proponente non avesse nella sua disponibilità i terreni indicati nel progetto, situati in località Camposaragna, al confine fra i due Comuni. Ai due sindaci risulta infatti che la Energa abbia prodotto, il 7 giugno 2017, “una dichiarazione con la quale attestava di avere ancora la “disponibilità” dei terreni necessari in forza di contratti preliminari a suo tempo stipulati, quando però, a quella data i contratti relativi quanto meno all’area di maggiore estensione fra quelle interessate avevano già perso di efficacia, essendo scaduti il 29 maggio 2017”. Alla data del 28 luglio 2017, scrivono i sindaci, giorno del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, “non solo la società Energa non era proprietaria dei terreni necessari alla realizzazione dell’intervento, ma neppure ne aveva la disponibilità, non essendo più neppure promissaria acquirente degli stessi”.

Isola del Cantone manifestazione contro il biodigestore
La manifestazione contro il contestato biodigestore della Energa è cominciata davanti al municipio di Isola del Cantone

Situazione che, secondo Basso e Assale, legge alla mano, è del tutto illegittima e vizia l’autorizzazione paesaggistica, atto per altro già impugnato dai Comuni di fronte al Tar Liguria come la precedente autorizzazione ambientale, rilasciata sempre alla Regione nonostante gli annunci degli esponenti leghisti della maggioranza nei qualisi dichiarava la loro opposizione all’impianto. In occasione dell’approvazione di quest’ultimo documento, fra l’altro, la giunta regionale guidata da Giovanni Toti aveva dato l’ok richiedendo però alla Città metropolitana di verificare la disponibilità dei terreni in capo alla Energa. Nonostante sia passato oltre un anno, non risulta però che la Città metropolitana abbia mai verificato quanto richiesto. L’ex Provincia deve infatti decidere sull’autorizzazione unica, cioè il sì o il no definitivo, al progetto da 33 mila tonnellate annue di rifiuti utili a produrre biogas ed energia elettrica in riva allo Scrivia. I Comuni piemontesi, in particolare, temono l’inquinamento delle acque del torrente, dal quale si alimentano gli acquedotti. Numerose le delibere contrarie al progetto da parte di una decine di Consigli comunali alessandrini. La città Metropolitana di Genova, fino allo scorso anno era governata dal centrosinistra e, almeno a parole, i suoi rappresentanti erano contro il progetto Energa. Con le elezioni comunali di Genova alla guida dell’ente c’è il sindaco Marco Bucci, uomo del centrodestra come Toti.