Luciano, il “farinotto” nomade che mette le ruote ai forni

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Luciano Lorito

È cominciato giovedì scorso a Novi , dopo il maltempo pre pasquale, il mercato artigiano di via Girardengo che si ripeterà ogni settimana, a cura della Cna e della Confartigianato.

Tra gli animatori c’é Luciano Lorito, “il farinotto”, ovvero uno degli ultimi preparatori della tipica farinata novese. In diversi ancora praticano l’arte antica della preparazione del tipico prodotto a base di farina di ceci, ma Lorito ha focalizzato il proprio mestiere, basandolo unicamente sulla farinata. È l’erede degli antichi farinotti liguri che operavano fin dal Medioevo, anche se tracce storiche della farinata risalgono agli Egizi.

“Vivo producendo solo farinata, sul camioncino fatto su misura che trasporta il forno mobile – spiega –. La passione nasce alla fine degli anni ’70. Ho imparato da Renato Vorrini che aveva l’antico negozio di farinata a Porta Genova. In molti ricordano ancora questo piccolo forno attraverso il quale, lui stesso viveva solo di questa produzione insieme alla moglie. In seguito abbiamo aperto “Il banco”, quasi di fronte, nel 1982.  Poi ho ceduto le mie quote ai fratelli Longo e quindi mi sono dedicato alla ristorazione alla Soms di San Cristoforo e in altri locali”-.

Tuttavia il legame con la farinata è riaffiorato prepotente nel 2000, quando Lorito ha aperto con il fratello e la cognata, il negozio “La rotonda”.

“Rispondendo però al forte richiamo del nomadismo – prosegue – ho messo le ruote a passione e attività, cedendo ancora le quote e aprendo una sorta di forno mobile, trasformando la farinata in un prodotto da street food. Forse è proprio così che andrebbe servita la farinata.  Ho reperito antiche foto che ritraggono farinotti genovesi col testo (la teglia, ndr) legato su un fianco. E senza appoggiarsi, servivano al cliente un soldo di farinata che corrispondeva a una fetta. Ho risposto quindi al mio istinto nomade, stanco di vivere tra quattro mura, lavorando in modo itinerante, all’aria aperta, e solo sul territorio novese, senza vincoli di padronanza. Così ho fatto realizzare il forno, ideando l’allestimento su un camion Fiat Iveco dove ho fatto montare due forni a legna, in mattone refrattario. Come quelli di una volta. Il cliente tipo? Non è solo il novese ma comunque è la persona golosa di prodotti artigianali fatti al momento. Lavoro solo con i prodotti a chilometro zero – conclude – come i ceci della Merella e aderisco ai mercati di campagna amica della Coldiretti”-.