A Molare domani, 29 settembre, appuntamento con Puliamo il mondo. Il ritrovo sarà alle 9 sull’Orba in località Cerreto, frazione Santuario di Madonna delle Rocche. Legambiente Ovadese e Valli Stura e Orba organizza l’evento in collaborazione col Comune di Molare e le Pro Loco del territorio dopo che martedì scorso, in soli 55 minuti, sempre sull’Orba, nel tratto più accessibile presso il piazzale sul fiume a Molare, gli alunni dell’istituto comprensivo hanno riempito 6 enormi sacchi di rifiuti. “Rifiuti abbandonati dai tanti bagnanti che quest’estate hanno frequentato le rive del torrente – ricorda Michela Sericano, di Legambiente -. Più rifiuti e più bagnanti degli scorsi anni, perché quest’anno l’Orba ha accolto anche coloro che preferivano godere del Piota e del Gorzente a valle della diga della Lavagnina e quest’estate, invece del solito ambiente fluviale, hanno trovato un’unica indescrivibile colata di fango. Per una coincidenza di date, domenica pomeriggio il Comitato in difesa del Gorzente e del Piota organizza, con ritrovo alle 14.30, un corteo al Lago della Lavagnina per denunciare ancora una volta lo sversamento dei fanghi e chiedere un incontro pubblico nel quale in primis venga IREN a spiegare come intende rimediare al danno che stanno subendo Piota e Gorzente a causa della fuoriuscita di tonnellate di fango sedimentate negli anni sul fondo del bacino della Diga della Lavagnina inferiore in gestione ad IREN. È naturale offrire alla manifestazione al lago della Lavagnina tutta la nostra solidarietà ed il nostro appoggio”.

Perciò, per Legambiente Ovadese domenica gli appuntamenti diventano due:
• a Molare, località Cerreto alle ore 9.00,
• alla Lavagnina, presso la sbarra alle ore 14.30.
“L’invito a tutti i cittadini – aggiunge Sericano – è di raggiungerci e di collaborare con noi, perché come scrivevamo già nel 2016, oggi come allora chiediamo “rispetto dell’acqua del nostro territorio” e riteniamo che sia necessario e urgente difendere tutti insieme la nostra acqua, i fiumi, le falde, le zone di ricarica e le riserve, dall’attacco degli inquinanti generati dalle discariche di rifiuti industriali e urbani e dagli impianti chimici gestiti in modo sconsiderato, dall’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, persino lungo le strade e nei centri abitati, dalle captazioni idroelettriche speculative, dalle eccessive captazioni irrigue, dalle perforazioni che mettono in comunicazione le falde, dalle cave che rendono le falde più vulnerabili, … e dal malaffare che è l’inquinante più pericoloso”.