Si chiama Muetto ed è il vino che non c’è. O meglio per esserci c’è, così come c’è il suo vigneto, ma ora come ora coltivarlo è illegale. A spiegare questa strana situazione sono Maurizio e Andrea, proprietari di due aziende agricole situate in Val Borbera rispettivamente, Cascina Barbàn e Nebraie.


“Tutto è cominciato nel 2015 in un giorno d’autunno, in Val Borbera, territorio di confine a cavallo di quattro province: Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza. Abbiamo telefonato a Stefano Raimondi, Ampelografo del CNR e gli abbiamo spiegato che avremmo voluto conoscere le varietà presenti nei nostri vigneti vecchi, gli ultimi rimasti in Val Borbera.
Stefano decise di aiutarci. Grazie a lui infatti, siamo riusciti a censire tutte le varietà presenti. Sorpresa, abbiamo trovato più di venti uve diverse e soprattutto siamo riusciti a scovarne una, che si è rivelata essere tipica da queste parti. Abbandonata forse perché poco colorata, o perché banalmente, nessuno aveva mai posto l’attenzione su di lei. Si chiama Muetto.


Il Muetto ci ha subito colpito, per la sua capacità di accumulare zuccheri e perché matura presto e germoglia tardi. E’ un vino rosso scarico, dal colore acceso e vivido, semiaromatico, dai profumi di rosa, ciliegia, ma anche pesca, acacia e molto altro ancora. Sembra conoscere alla perfezione il clima della nostra valle, germoglia quasi due settimane dopo gli altri vitigni e matura intorno alla metà di settembre; insomma una pianta perfetta per la nostra zona, dove le gelate tardive sono frequenti e le temperature a settembre possono scendere anche sotto i dieci gradi. Ha le caratteristiche di un vino utile, divertente, generoso, semplice ma mai banale. Tra l’altro abbiamo scoperto che sparse nel territorio ci sono diverse piante ancora in vita. Stiamo parlando di una pianta che chissà quante primavere ha visto, chissà quanti contadini l’hanno coltivata.
Ma purtroppo oggi coltivare il Muetto è illegale, sembra assurdo ma è così! E’ qui da una vita e non si può coltivare. Per farlo è necessario scrivere il Muetto al registro delle varietà viticole Piemontesi. Abbiamo deciso di farlo ma, come ci ha spiegato Stefano, si tratta di un’operazione lunga e costosa. Ci vogliono più di cinquemila euro. Così ci siamo confrontati con alcuni amici e conoscenti che gravitano intorno al mondo del vino e, parlando con Tommaso Colò di Rolling Wine, abbiamo pensato di lanciare un crowdfunding che ci aiuti a reperire i soldi che ci servono per la registrazione della varietà.
Spieghiamo come funziona crowdfunding. Tecnicamente è una raccolta di fondi.
Quanto serve in concreto?
In tutto quindi ci servono 6000 euro per completare tutto il processo e poter coltivare e vinificare questo vitigno arrivato per miracolo in vita fino ai giorni nostri. Ci volete aiutare?”
Per avere informazioni maggiori o per aderire al progetto www.ideaginger.it e cliccare su Questo vino non esiste!