“Refuel, le ragioni del territorio: non tutto è come sembra…”

L’Associazione per la tutela della valle del Piota dice la sua dopo che il Consiglio di Stato ha nuovamente autorizzato l’azienda di Silvano d’Orba a riattivare l’attività a pieno regime: “Confidiamo nella sentenza di merito”.

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riceviamo e pubblichiamo:

“REFUEL, la grande e potente azienda che lavora rifiuti ed era stata autorizzata dalla Provincia di Alessandria a insediarsi nella zona della Caraffa, trova in questi giorni ampio e generoso spazio sulla stampa locale, con articoli celebrativi dell’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha momentaneamente sospeso l’efficacia della sentenza del TAR Piemonte che aveva annullato l’autorizzazione rilasciatale dalla Provincia.  Poiché  – come correttezza professionale avrebbe a nostro avviso richiesto – non sono stati sentiti i soggetti , pubblici e privati, promotori dell’azione nei confronti di REFUEL, ci sentiamo obbligati a dire la nostra , anche per riparare alle numerose inesattezze apparse sulla stampa. Non siamo certo noi, l’Associazione…., il Consorzio, il Parco, i Comuni di Mornese, Casaleggio Boiro e Rocca Grimalda, a voler demonizzare la lavorazione dei rifiuti  e il loro riciclo in combustibile secondario: tutt’altro. Esigiamo tuttavia che queste delicate attività si svolgano nel rispetto della legge e, soprattutto, degli interessi del territorio: di quelli economici, ma anche di quelli relativi alla salubrità, alla vivibilità e  al patrimonio ambientale. In questo senso  le norme europee, nazionali e anche regionali stabiliscono che la lavorazione dei rifiuti non possa insediarsi  in zone, quale la nostra, che hanno una valenza turistica, o situate in prossimità di abitazioni e aziende agricole che coltivino prodotti pregiati quali vitigni DOC e DOCG. In particolare, il Piano Regionale per la Gestione di rifiuti urbani stabilisce che non possano sorgere nel territorio regionale  nuovi stabilimenti per la produzione del combustibile secondari denominato CSS,  alla cui produzione è appunto dedicato il nuovo stabilimento REFUEL.

Il Piota a Silvano d’Orba

Il TAR – con la sentenza ora impugnata da REFUEL davanti al Consiglio di Stato – ha annullato l’autorizzazione della Provincia , essendovi un fondato sospetto (mai fugato né negato) che i rifiuti trattati alla Caraffa non fossero rifiuti ‘speciali’, come sostenuto da REFUEL senza nessuna obiezione o controllo da parte della Provincia, ma rifiuti ‘urbani’, come tali soggetti a una normativa più rigorosa, che nella specie non è stata applicata. In particolare, i rifiuti urbani sono soggetti ai principi di autosufficienza e di prossimità,  per cui vanno smaltiti nell’ambito della Regione in cui vengono prodotti e in una struttura vicina al luogo di produzione. Il TAR ha poi accertato che i rifiuti che  allo stabilimento REFUEL non vengono sottoposti ad alcun trattamento preventivo, idoneo a eliminarne i residui organici, ma semplicemente pressati e imballati senza essere previamente sanificati . Le esigenze della produzione e del risparmio energetico  meritano ovviamente la massima attenzione, specialmente di questi  tempi, ma non al punto di omettere o scavalcare disinvoltamente il rispetto della legge e delle norme che regolano il settore. Tanto più questo è vero quando sono in gioco altre esigenze produttive , quali quelle delle aziende agricole e turistiche della zona e – ancor più – l’aspirazione delle popolazioni a un ambiente salubre e rispettoso delle loro esigenze fondamentali di vita. Per queste ragioni, siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato, nel pronunziarsi con una sentenza definitiva sulla questione, vorrà confermare la sentenza del TAR Piemonte e accogliere inoltre gli ulteriori motivi che i ricorrenti hanno posto a sostegno del loro ricorso. Giudici davvero giusti non si trovano solo a Berlino ma – ne siamo certi – anche a Roma“.

Associazione per la tutela del patrimonio ambientale e culturale e della salute degli abitanti della valle del Piota.