A più di due anni dalla scoperta, i rifiuti ammassati nel capannone di via Stramesi a Sale sono ancora al loro posto, nonostante nel febbraio del 2018 i vigili del fuoco ne chiedevano l’immediata rimozione poiché c’era il pericolo di incendio. Il Tar ha infatti annullato l’ordinanza del Comune che imponeva alla proprietà, l’Immobiliare San Pietro, di smaltire la spazzatura accumulata illecitamente dalla società Tommasi srl di Novara, affittuaria, nel frattempo fallita. La San Pietro ha presentato ricorso e ha ottenuto ragione poiché, in sostanza, l’ordinanza non indicava alcun profilo di responsabilità a titolo di dolo o colpa nei confronti della società. I legali del Comune, secondo il Tar, hanno sbagliato a utilizzare come prova il mancato sfratto della Tommasi srl. Secondo gli avvocati, l’Immobiliare San Pietro non ha dato corso alle azioni finalizzate alla tutela della proprietà: oltre allo sfratto, non avrebbe dovuto acconsentire l’uso improprio delle strutture e non ha vigilato sugli immobili. Per questo era considerata responsabile “quantomeno a titolo di colpa”. “L’ordinanza firmata dal mio predecessore, Andrea Pistone – spiega il sindaco di Sale, Rina Arzani – è stata annullata poiché, secondo i giudici, non poteva essere imposta alla proprietà la rimozione dei rifiuti. Il Comune ora valuterà l’appello al Consiglio di Stato”.

Sale capannone rifiuti
Sale, uno dei capannoni pieni di rifiuti scoperti nel 2018

Il rischio concreto è che tocchi al Comune, quindi alla collettività, eliminare tutte quelle tonnellate di spazzatura a rischio incendio. I presunti responsabili di reati ambientali relativi alla raccolta e allo smaltimento illecito di rifiuti sono intanto a processo. Si tratta di Vittoria Dall’O, amministratore unico della Tommasi; Claudio Tommasi, amministratore di fatto della società e Pierangelo Rossi, amministratore unico della Eden, proprietaria dell’area in via San Giuliano dove si trova il secondo capannone pieno di rifiuti scoperto nel 2018. “Per quest’ultimo edificio – spiega ancora il sindaco – la proprietà ha iniziato lo smaltimento”. La scorsa settimana ad Alessandria si è tenute la prima udienza, subito rinviata al 5 novembre. A vario titolo i tre sono accusati, tra l’altro, di aver stoccato 14 mila tonnellate di rifiuti invece delle 174 tonnellate citate nell’autorizzazione provinciale e di non aver adottato le necessaria misure anti incendio. Il Comune di Sale e la Provincia si sono costituiti parte civile. Tra i protagonisti della vicenda, anche Lorenzo Repetto, ex sindaco di Castelletto d’Orba ed ex presidente di Amag, considerato dai giudici della Cassazione “co-gestore dell’unità produttiva di Sale” della Tommasi srl insieme alla Dall’O e al figlio. Repetto è accusato di avere sfruttato alcuni lavoratori pagandoli solo in parte oppure non pagando loro lo straordinario per una media di 15.720 ore a settimana e il tfr.