Il santuario della Guardia di Gavi
Il santuario della Guardia di Gavi

Salvo in extremis uno dei due dipinti del santuario della Madonna della Guardia di Gavi sottoposti a restauro. La “Sacra conversazione” sarebbe durata ancora poco, sia per le condizioni pessime del colore, sia per la situazione disastrosa della tela. Accanto all’”Assunta”, l’opera è stata sistemata dallo Studio Gabbantichità di Tortona grazie ai fondi messi a disposizione dalla Fondazione Padre Rossi e dalla Fondazione Crt di Torino, quest’ultima vera e proprio ultimo riferimento per il salvataggio di molte opere d’arte, come è stato ricordato venerdì al santuario durante la presentazione dei restauri. Ci sono voluti, in totale, 10 mila euro.

La presentazione del restauro al santuario di Gavi
La presentazione del restauro al santuario di Gavi

I due i dipinti, risalenti al XVII secolo, erano custoditi l’uno nella sacrestia, l’altro nella chiesa e dove ora potranno essere ammirati nella loro versione originale dai fedeli. Le restauratrici hanno infatti ripulito i colori e tolto le verniciature successive all’originale. Per la “Sacra conversazione” il restauro ha permesso anche di risalire all’autore, finora ignoto. È il pittore ligure Pietro Ravara, esponente della scuola genovese, attivo all’epoca a Genova e nel Basso Piemonte. “E’ molto raro – hanno spiegato – trovare un quadro di quei secoli firmato dall’autore”. Alla presentazione erano presenti i rappresentanti alcuni Comuni della Val Lemme. La chiesa è da sempre un riferimento per i fedeli della valle. Il soprano Anna Maria Bello e il pianista Alessandro Sonvico hanno eseguito brani di musica sacra di Schubert, Franck, Haendel e Verdi