Cominceranno a giugno i lavori nelle due ex miniere d’oro nella Valle del Moncalero e in località Ferriere, tra i Comuni di Casaleggio Boiro, Mornese e Bosio. Sono solo alcuni dei vari siti minerari dei laghi della Lavagnina, area dove la ricerca del preziosi minerale risale alla fine del Cinquecento, a opera dei duchi di Mantova, all’epoca anche marchesi del Monferrato. L’attività più importante riguarda la coltivazione dei giacimenti nella seconda metà dell’Ottocento e ancora oggi, nel lago più grande della Lavagnina si trova, sommerso dall’acqua, un impianto di lavorazione dell’oro.
Un anno fa le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno assegnato l’intervento all’impresa Bianchi Costruzioni di Novi Ligure, incaricata di ripulire le miniere rispettando gli habitat naturali che si sono creati nel tempo al loro interno, diventati la vera ricchezza di questi siti per la presenza di specie animali particolari e tutelate dalla legge, come invertebrati (un crostaceo, due arcanidi, un insetto e un mollusco) e vertebrati (un anfibio e quattro mammiferi). Fra questi, geotritoni e pipistrelli. “I lavori – spiega il presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, Dino Bianchi – potranno andare avanti fino a settembre. Dopodichè dovranno essere interrotti poiché nelle miniere vivono pipistrelli, anfibi, invertebrati e altre specie per i quali devono essere rispettati i periodi di riproduzione e nidificazione, oltre ad altri accorgimenti necessari a evitarne la distruzione. L’intervento potrà riprendere solo successivamente”. Il progetto, finanziato con 60 mila euro dalla Regione, prevede anche un sentiero escursionistico ad anello che collegherà i due siti minerari.