Che le Terre del Giarolo abbiano deciso di non avvalersi di Città del Bio per realizzare i loro progetti riguardanti il biodistretto, ormai è chiaro anche ai sassi dei vari torrenti che attraversano questo territorio.

I motivi li hanno spiegati più di una volta i sindaci delle Valli, in particolare venti primi cittadini che insieme  ai produttori dei vari consorzi locali, esattamente un anno fa hanno inviato una lettera alla Regione, per chiedere che i soldi destinati al territorio “vengano impiegati sul territorio per lo sviluppo e la gestione delle risorse locali e non utilizzati per inutili studi e indagini di mercato”. Questo denaro, come si ricorderà, (oltre 600 mila euro) riguarda fondi Fas, per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, in un primo momento affidati alla Comunità montana e destinati ad un progetto non realizzato che riguardava le energie alternative. La chiusura della Comunità montana ha determinato l’arrivo del commissario liquidatore, il quale ha affidato parte dell’importo circa 525 mila euro a Città del Bio per la realizzazione del biodistretto. Gli amministratori da subito hanno lamentato di non avere un ruolo attivo nell’individuazione delle diverse fasi dei progetti e nel controllo delle risorse finanziarie, ma soprattutto hanno dichiarato sin dall’inizio di non condividere minimamente l’operato di Città del Bio.

Carlo Buscaglia

Tra un tiramolla e l’altro, e un cambio di commissario è passato un altro anno. Che fine hanno fatto i soldi? Lo chiediamo a Carlo Buscaglia, sindaco di Dernice, designato portavoce dei sindaci su questo argomento.

La scorsa settimana a Palazzo Ghilini ad Alessandria, è stata convocata una conferenza stampa per la presentazione del progetto informativo del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, a cura di  Città del Bio, avete partecipato?

Io sono un consigliere provinciale e giuro che non ne so assolutamente nulla. Mi sembra una stranezza ma mi informerò. Invece  l’altro ieri c’è stato un incontro in Regione, cui ho partecipato. Erano presenti Fabio Semino e Silvio Barbieri  rispettivamente presidenti dell’Unione Val Curone e Valli Borbera e Spinti, Vincenzo Caprile, presidente del Gal, la Commissaria della Comunità montana Raffaella Musso,  il rappresentante della Regione il dottor Facco e due rappresentanti di Città del Bio. Dalla riunione è emersa la necessità di una delibera dei presidenti per il passaggio  di questi fondi, dalla  Comunità montana all’Unione Terre Alte, che si è candidata quale capofila per la loro gestione. Noi abbiamo rivendicato il diritto di rimodellare il progetto di Città del Bio per adattarlo alle esigenze del territorio. Il loro era un progetto fatto solo di studi e analisi, come del è dimostrato dalla richiesta di rimborso che è stata fatta da Città del Bio.

Ecco parliamo di soldi. Crediamo che alla gente interessi sapere che fine fanno i fondi destinati al loro territorio.

Inizialmente Città del Bio ha presentato una fattura di 152 mila euro, poi c’è stata una serrata trattiva tra la dottoressa Musso e Città del bio, che ha portato a ridimensionare le loro pretese, e quindi ne hanno tolto una parte, portando la fattura a circa 104 mila euro, ma anche questa cifra non è chiara.

Nella nota presentata, alla prima voce si legge 58mila euro  per studi e analisi, altri 15 mila euro riguardano attività di promozione e acquisto prodotti e altre voci minori tra le quali: 2000 euro per studio distillatore, 1500 euro per studio spazio per sito Ecomuseo Feudi imperiali. Questo elenco di prestazioni sono documentate o quanto meno spiegate?

Assolutamente no. Infatti una cosa che ci preme sapere è che cosa hanno portato al territorio questi studi e queste analisi, cosa hanno scoperto che noi non sapessimo già. Per quanto riguarda il distillatore, i 2000 euro non so a cosa siano serviti, forse per chiedere un preventivo, senza tenere conto che era già nei programmi del Gal. Idem per il sito dell’Ecomuseo, questo è un progetto già avviato dalla Comunità montana. Poi vorrei sapere cosa hanno acquistato per 15mila euro,  se ci sono dei beni ce li passeranno suppongo, ammesso che a noi servano.

E il progetto Cavalchini?

Non so neppure di cosa stiamo parlando. Comunque per tornare alla domanda iniziale, hanno presentato questo elenco, ma nessuna spiegazione delle voci. Abbiamo già chiesto la specifica, attendiamo ansiosamente. Sarà una delle prime cose che vaglieremo.

Ed ecco l’elenco presentato da Città del Bio