Gli idrocarburi diffusi nelle campagne a Tortona nel 2015 hanno inquinato le coltivazioni cresciute nei campi? È la domanda che si sono posti Asl, Arpa e Comune e che ha portato a richiedere all’Eni una valutazione tossicologica necessaria per comprendere l’eventuale ingresso di contaminanti nella catena alimentare, tramite i vegetali coltivati nelle aree dove sono avvenuti i furti dall’oleodotto. La vicenda riguarda infatti i furti di idrocarburi dalla condotta Sannazzaro-Genova Fegino, che portarono tre anni fa all’inquinamento di una vasta area di territorio, da Tortona a Castelnuovo Scrivia, interessando be 35 pozzi.

La zona interessata, grazie agli interventi messi in atto dall’Eni e richiesti dagli enti interessati (Provincia, Arpa, Asl e Comune), a settembre si era di fatto ridotta all’area dello sversamento, tra le cascine Rondò e Riccarda a Tortona. Per la maggior parte dei pozzi privati l’allarme è rientrato e per quelli ancora sotto controllo, così come per le acque sotterranee, i parametri delle sostanze inquinanti, secondo l’Eni, sono nella norma. La conferenza dei servizi provinciale ha però stabilito, nell’ambito dell’approvazione dell’analisi di rischio sanitaria-ambientale presentata dall’Eni, la necessità dello studio tossicologico sulle coltivazioni dell’area dello sversamento per “quantificare un eventuale rischio per la salute umana”. L’Eni si è detto disponibile ad avviare lo studio.