Anche per la Corte dei Conti nell’appalto per la costruzione della tangenziale di Tortona non è stata commessa nessuna irregolarità. Il direttore della Società di committenza regionale (Scr), Mauro Fegatelli, 68 anni, è stato prosciolto da ogni accusa anche in sede contabile, dopo essere stato assolto in sede penale “perché il fatto non sussiste”. La strada, inaugurata nel 2015, è costata circa 45 milioni di euro ed era finita al centro di un’indagine e quindi di un procedimento penale che aveva visto imputati, oltre a Fegatelli, anche Massimo Fantini, titolare dell’impresa torinese Cogefa, vincitrice della gara prima di essere poi assorbita dal gruppo Gavio. L’indagine era partita nel 2010 dalle dichiarazioni dell’allora sindaco di Tortona, Massimo Berutti, il quale aveva indicato la Cogefra come vincitrice della gara prima che fosse assegnato l’appalto. L’allora presidente della Scr, Luciano Ponzetti, aveva presentato un esposto alla procura e nei guai erano finiti, anche in base alle intercettazioni, Fantini e Fegatelli, accusati di turbativa d’asta e corruzione: il secondo avrebbe favorito l’impresa del primo. Tesi suffragata anche dalle intercettazioni, dalle quali emergevano frasi quali “abbiamo fatto bingo due volte, siamo i più forti di tutti”, pronunciata da Fantini al telefono con un amico.

Il cantiere della tangenziale, inaugurata nel 2015

L’imprenditore, sempre dalle intercettazioni, dimostrava, secondo la lettura che ne hanno dato gli investigatori, di sapere che la sua impresa aveva ottenuto l’aggiudicazione provvisoria nonostante fosse inizialmente quarta in graduatoria. Un “salto” in classifica riuscito, secondo l’accusa, grazie a una serie di correzioni alla documentazione eseguite dopo l’apertura delle buste delle offerte delle ditte. A giudicare le carte è stata una commissione costituita in seno alla Scr, presieduta proprio da Fegatelli. Un quadro, quello dell’accusa, che ha mostrato parecchie crepe tanto che il giudice ordinario, a fine 2016, aveva optato per l’assoluzione dei due. Parallelamente, nel 2013, la Corte dei conti di Torino aveva aperto un fascicolo sulla vicenda e chiamato in giudizio Fegatelli. L’accusa era la stessa del procedimento penale: Fegatelli sarebbe intervenuto sugli altri commissari di gara, anch’essi dipendenti della Scr, per favorire la Cogefa. A Fegatelli veniva contestato un danno alle casse pubbliche della società regionale di circa 2,7 milioni di euro, ovviamente da risarcire in caso di condanna. I tempi del procedimento contabile si sono allungati poiché la difesa del dirigente sosteneva che il processo avrebbe dovuto svolgersi davanti a un altro giudice, testi respinta dalla Cassazione. Quando, nel febbraio del 2017, il procedimento è ripartito davanti ai giudici contabili torinesi, Fegatelli era già stato assolto in sede penale da due mesi. Soltanto nell’agosto successivo, il pm contabile ha annunciato la rinuncia agli atti per insussistenza del fatto, la stessa motivazione del processo ordinario. Essendo identici i fatti materiali stessi alla base dei due giudizi, la Corte ha quindi dichiarato estinto il giudizio lo scorso dicembre. Resta il dubbio su come sia stato possibile conoscere il nome dell’impresa vincitrice prima dell’assegnazione dei lavori.