Toccava all’amministrazione guidata dal sindaco Claudio Sasso interrompere l’iter dopo il referendum del 2016 ma non l’ha fatto così ora la Regione non sospenderà la fusione tra Gavazzana e Cassano Spinola, che dal primo gennaio darà vita a un Comune unico si chiamerà Cassano Spinola. È la sintesi della risposta che il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna (Pd), ha dato al consigliere regionale Massimo Berutti (Fi). Quest’ultimo ieri ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sulla controversa vicenda. L’ultima tappa era stata l’audizione del sindaco Claudio Acerbi, eletto a giugno, con i capigruppo del Consiglio regionale. Il primo cittadino aveva ricordato che il referendum consultivo di un anno fa aveva bocciato la fusione nonostante nel 2015 l’allora Consiglio comunale avesse approvato la proposta di fusione. Soltanto che la Regione, a marzo, non aveva tenuto conto del no dei gavazzanesi e solo del sì dei cassanesi e aveva approvato la legge regionale sulla fusione. Mentre i capigruppo, a parole, sembravano ben disposti ad accogliere la richiesta di Acerbi di prorogare l’entrata in vigore della norma, ieri Reschigna sembra aver messo la pietra tombale sul futuro di Gavazzana.

Massimo Berutti

Berutti, nella sua interrogazione, ha ricordato che a Gavazzana (180 residenti) avevano votato no in 91 su 115 votanti (73% i votanti) mentre a Cassano Spinola (1800 abitanti) il sì ha prevalso con 341 voti contro 59 (31% i votanti). Questo rimarcare quanto la questione sia stata sentita nel pese più piccolo, la cui volontà verrà di fatto calpestata dalla Regione. Come ha sottolineato l’esponente di Fi, la scorsa estate il Comitato per il no alla fusione con il Comune di Cassano Spinola, insieme al Comune, aveva presentato un’istanza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quale si chiedeva di fermare la fusione. “E’ verosimile – sostiene Berutti – che l’attuazione della legge sulla fusione dal primo gennaio venga in essere prima che la Presidenza del Consiglio dei Ministri si esprima sull’istanza di costituzionalità, con ciò ponendo le amministrazioni interessate al rischio di dare attuazione a disposizioni che potrebbero essere, anche in tempi successivi molto brevi, ritenute illegittime”.

Aldo Reschigna

Reschigna però ha tirato dritto: “Al di là dell’esito dei referendum, che sono solo consultivi, il riferimento per la Regione restano i Comuni e Consigli comunali, eletti dalla cittadinanza e alla cui cittadinanza rispondono con i loro atti”. Nel caso di Gavazzana, ha spiegato Reschigna, l’amministrazione comunale, dopo l’esito del referendum, non ha formalmente abbandonato il progetto di fusione. “Ho spiegato tutto questo anche ai nuovi amministratori comunali che sono stati eletti – ha concluso il vicepresidente della Regione – li ho incontrati e li ho invitati a rivolgersi al Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale, così come fa una legge, è in grado di cancellare e di annullare questa legge. Ma dal mio punto di vista di assessore agli Enti locali e non ci sono i presupposti perché sia un’iniziativa della Giunta. Questo è quanto”. Ovviamente, il Consiglio regionale da qui al primo gennaio difficilmente interverrà sulla norma, visto che la giunta è di parere opposto. Per ora, gli amministratori comunali di Gavazzana non commentano: annunciano una conferenza stampa per la prossima settimana.