Forse risolta l’emergenza idrica grazie all’acqua di Tagliolo Monferrato

L'acquedotto dei paesi del Consorzio Madonna della Rocchetta collegato a quello del paese dell'Ovadese: si punta a ridurre i metalli nell'acqua.

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Il lago della Lavagnina in questi giorni

L’acqua che si beve a Tagliolo potrebbe risolvere l’emergenza idrica che da martedì interessa gli abitanti di Mornese, Parodi Ligure, San Cristoforo, Castelletto d’Orba e Montaldeo. Circa 4 mila persone sono costrette da giorni a prelevare l’acqua solo dalle cisterne sistemate nelle piazze e con i sacchetti distribuiti dai gestori dell’acquedotto. Il motivo è l’elevata quantità di ferro e manganese emersa dalle analisi eseguite lunedì, che ha costretto i sindaci del Consorzio Madonna della Rocchetta a emanare le ordinanze di non potabilità.

Il castello di San Cristoforo

I cinque paesi prendono acqua da una sorgente nel torrente Piota, verso la Lavagnina, messa in crisi dalla siccità, tanto che, come avviene in questi casi, l’acquedotto si alimenta anche dal lago omonimo, dove però l’acqua è poca e molto torbida. Da qui l’aumento del livello dei metalli. La soluzione potrebbe arrivare dal collegamento della sorgente tradizionale del consorzio con la la fonte di Tagliolo Monferrato, piuttosto vicina e sopratutto non sfruttata del tutto, tanto che la spesso dalla vasca dell’acquedotto del paese l’acqua trabocca. Per sicurezza, l’acquedotto di Tagliolo è stato comunque connesso con quello di Belforte. Ieri mattina i tecnici di Gestione Acqua e della Comuni riuniti, gestori della rete idrica dei cinque paesi, erano già al lavoro. Solo lunedì si potrà comprendere se la soluzione provvisoria adottata permetterà di ridurre i livelli di ferro e manganese sotto i limiti di legge e far quindi ritirare le ordinanze dei sindaci.