“Ma quale terra dei fuochi. L’ex Iciesse è sotto controllo”.

Il Comune replica al consigliere regionale Ottria sulla situazione dell'ex stabilimento chimico del gruppo Dalton

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L'ingresso della Iciesse (immagine di repertorio)

Il mancato ritrovamento di fusti e di rifiuti tossici interrati smonta il collegamento tra il termine “terra dei fuochi” e l’ex Iciesse di Arquata Scrivia, fatto dal consigliere regionale Valter Ottria nel comunicato diffuso prima di mercoledì, quando nell’ex stabilimento chimico i carabinieri del Noe e dell’Arpa non hanno trovato alcunché di quanto denunciato da un cittadino e di quanto emerso dalle parole dell’imprenditore Orlando Sofio, legato alla ‘ndrangheta e intercettato dalle forze dell’ordine nell’indagine Alchemia. Lo sostiene, in sostanza, l’assessore comunale all’ambiente Stefania Pezzan.

Valter Ottria

Ottria, esponente di Mdp, aveva definito la provincia di Alessandria “terra dei fuochi” prendendo spunto dall’ex stabilimento chimico arquatese e dalla risposta che l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia aveva dato a una sua interrogazione. Nel chiedere a che punto fosse la bonifica del sito, Ottria aveva ricordato l’esistenza di tre ordinanze a suo dire “ampiamente disattese, come pure la bonifica di bidoni contenenti sostanze da identificare, ma di probabile pericolosità per l’ambiente”. Parole citate nel comunicato diffuso per rendere nota la risposta di Valmaggia, il quale ha messo nero su bianco che “sono in corso accertamenti con il coinvolgimento di Arpa Piemonte riguardo a possibili nuove zone da bonificare mentre rimangono da realizzare gli interventi legati alla messa in sicurezza della discarica danneggiata nel 2011 e la rimozione dei manufatti di amianto in stato di degrado”. Dopo l’intervento dei Noe Pezzan aveva ricordato che l’ordinanza emessa nei confronti della Iciesse “è stata ottemperata tranne per la parte dello smaltimento (dei cumuli di detriti, ndr)”. Da qui la decisione del Comune di sporgere denuncia mentre l’amianto sui tetti era già stato smaltito. Pezzan, stante l’assenza di bidoni e i controlli costanti effettuati sia grazie all’ordinanza sia dall’Arpa e che dall’Asl, aveva quindi affermato Ottria non si era adeguatamente informato prima di fare l’interrogazione e di diffondere il comunicato sulla “terra dei fuochi”.

Stefania Pezzan

Il consigliere regionale ieri ha ribattuto che “ogni informazione contenuta negli atti presentati è scrupolosamente verificata. L’assessore Pezzan probabilmente non ha letto gli atti in questione. Le mie richieste all’assessore regionale Valmaggia erano riferite alla situazione della bonifica del sito ex-Ics in toto, a tutela dei cittadini di Arquata, comprese le bonifiche delle zone inquinate già a conoscenza degli enti preposti sia in relazione alle nuove notizie provenienti dai processi in corso”. Prosegue Ottria: “L’amministrazione arquatese è senz’altro compatta nel difendere i cittadini da un pericolo ambientale che, al netto della buona notizia derivante dal sopralluogo di mercoledì, rimane molto alto. Come testimoniato anche dalle parole dell’Assessore Valmaggia, martedì pomeriggio in aula”. “Io – replica Pezzan – non ho mai commentato l’interrogazione di Ottria bensì il comunicato stampa con il quale definiva Arquata “terra dei fuochi”, affermazione del tutto fuori luogo, e si diceva che ci sono tre ordinanze non ottemperate, cosa non esatta, visto che manca solo lo smaltimento dei rifiuti dei cumuli di detriti. L’amministrazione comunale è consapevole dei problemi ambientali del sito, che sono appunto circoscritti a esso, come confermato anche dalla questura su interrogazione del sindaco, e li segue da vicino da anni al fine di tutelare la salute pubblica con tutti i mezzi a disposizione”. Basso aveva chiesto alla questura se negli atti relativi al processo Alchemia ci fossero indicazioni relative alla presenza di altre aree inquinate, come sostenuto da Sofio. La risposta è stata negativa.