Dopo i Comuni di Lerma, Ovada e Tagliolo anche le Aree Protette dell’Appennino Piemontese si oppongono al progettato trattamento di 140 mila tonnellate annue di rifiuti a Silvano d’Orba, nella zona industriale della Caraffa. Il 15 settembre la proposta della società Refuel (gruppo Benfante) sarà discussa in conferenza dei servizi ad Alessandria e in quella sede sarà reso noto il parere dell’ente di Bosio. La delibera del Consiglio dell’Appennino Piemontese è la conseguenza del parere dei sindaci della Comunità delle Aree protette, l’organismo di cui fanno parte i Comuni del Parco e altri enti, che ha espresso “estrema preoccupazione e contrarietà per l’insediamento, per sua natura in contrasto con gli obiettivi di sviluppo previsti e che va a incidere su un’area limitrofa al Parco delle Capanne di Marcarolo”.

L’area della ex Sapsa Bedding dove dovrebbe sorgere l’impianto della Refuel

Si temono infatti conseguenze rispetto agli odori e dai rumori emessi dall’impianto nonché disagi per il traffico pesante, come già avevano evidenziato i Comuni di Lerma, Ovada e Tagliolo. L’Appennino Piemontese ha evidenziato, tra l’altro, la previsione da parte del Piano territoriale provinciale per l’area del Monferrato Ovadese di uno sviluppo legato alle attività viti-vinicole di pregio nonché al turismo. La Refuel ha già depositato le integrazioni richieste dalla conferenza dei servizi di maggio. A giugno l’Associazione per la tutela del patrimonio ambientale e culturale e della salute degli abitanti della valle del Piota, di cui fanno parte molti residenti della zona, aveva annunciato un possibile ricorso al Tar contro l’eventuale autorizzazione. Contraria anche Legambiente di Ovada.