sede del municipio di Tortona
Il municipio di Tortona

Un bando che non ha rispettato la volontà politica della giunta comunale, sei persone che hanno perso il posto di lavoro, e ora l’Ispettorato del lavoro che si sta interessando al caso. La vicenda della gestione degli asili nido comunali a Tortona sembra piuttosto intricata e ora, come sostiene il consigliere comunale di minoranza Fabio Morreale, i funzionati dell’Ispettorato, sollecitati dalla Federazione sindacati indipendenti, sta cercando di vederci chiaro. Di recente la gestione dei due nidi è andata all’istituto diocesano Santachiara, unico partecipante al bando, subentrato alla cooperativa Azimut dopo 8 anni. Tutto nella norma, se non fosse per il personale: nonostante la clausola sociale preveda il mantenimento dei livelli occupazionali per tutti i 9 dipendenti al lavoro con il precedente gestore, il bando ha permesso di lasciare a casa cinque educatrici e la coordinatrice. Sono rimaste solo tre educatrici, con un contratto, dice il sindacato, che prevede più ore e stipendio più basso.

Sempre a detta della Federazione sindacati indipendenti, Azimut non ha partecipato per le condizioni capestro: il primo lotto era fatto su misura per il Santachiara, mentre il secondo aveva condizioni inaccettabili. “Il capitolato d’appalto – spiega l’assessore Davide Faraha disposto cose diverse da quanto indicato a livello politico, cioè il mantenimento dei livelli occupazionali garantiti dal precedente gestore degli asili nido. Per questo dobbiamo capire cosa sia successo. E’ un fatto molto grave. Come amministratori non possiamo mettere il naso nelle questioni tecniche ma la volontà della giunta deve essere in qualche modo rispettata”. “L’Ispettorato sta cercando di comprendere cosa sia successo – spiega Morreale -. La Federazione sindacati indipendenti ha inoltrato gli atti mentre il 21 settembre io presenterò una mia interrogazione alla giunta comunale su un bando che non rispettato l’atto di indirizzo politico”. Il 22 settembre in programma una conferenza stampa delle educatrici rimaste senza lavoro.