Una manifestazione contro la discarica a Sezzadio

Il gruppo Riccoboni annuncia il completamento della piantumazione del cantiere della discarica di cascina Borio, a Sezzadio, “in concomitanza con la Giornata nazionale degli alberi del 21 novembre” ma il conferimento dei rifiuti al di sopra della falda acquifera di Sezzadio-Predosa sembra tutt’altro che vicino. Nei mesi scorsi c’è stato un lungo scambio di lettere tra la multinazionale dei rifiuti e gli enti locali, tra cui il Comune, per cercare di rimuovere l’atto che sta ostacolando l’ok alla tangenziale di Sezzadio, cioè il parere negativo della Commissione paesaggistica, datato 2016. L’atto, mai impugnato e non reso noto in conferenza dei servizi, sta impedendo l’approvazione della progetto della nuova strada che, in base al volere della Provincia e della società di Parma, sarà utile ai camion diretti alla discarica. Il motivo del no firmato dai tecnici della commissione è la vicinanza all’abbazia di Santa Giustina, ed è un atto vincolante. La Riccoboni ne mesi scorsi ha scritto al Comune tramite il suo legale richiedendo “tempestivamente provvedere al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica così da evitare ulteriori inutili e dannosi slittamenti della conferenza dei servizi”, facendosi forza sul fatto che la Soprintendenza aveva dato parere positivo al tracciato nell’ultima seduta della conferenza, a giugno.

Aveva anche paventato, in capo al dirigente dell’ufficio tecnico comunale, potenziali “responsabilità sul piano civile, erariale e penale” in caso di risposta negativa. Il Comune, in sostanza, ha risposto citando un parere dell’ufficio legislativo del ministero dei Beni culturali nel quale si sostiene che, in caso di parere negativo della Commissione paesaggistica, la Soprintendenza non può che prenderne atto e non può intervenire per modificare la decisione dei professionisti che fanno parte dell’organismo tecnico. La Provincia ha sostenuto che spetta solo al Comune pronunciarsi sull’autorizzazione paesaggistica in base a quanto stabilito dalla Commissione. La Riccoboni ha quindi impugnato al Tar la lettera del Comune nella quale si ribadisce la validità del parere negativo e anche la lettera della Provincia. Oggi, 20 novembre, la società titolare della Grassano di Predosa ha fatto sapere: “Sono circa 700 gli alberi messi a dimora dal Gruppo Riccoboni nei giorni scorsi sul sito, in costruzione, dell’impianto per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi di Cascina Borio, a Sezzadio.

La piantumazione degli alberi da parte della Riccoboni a Sezzadio

Si tratta di esemplari di Cupressocyparis leylandii, ossia cipressi di Leyland, che serviranno a costituire una siepe di separazione vegetale con la strada provinciale 195 e lungo i lati perimetrali nord-est e nord-ovest del cantiere. La posa della nuova barriera vegetale arriva in prossimità della Giornata nazionale degli alberi del 21 novembre. L’insediamento dei cipressi di Leyland – prosegue la Riccoboni – ha carattere transitorio ed è previsto che la siepe vegetale venga rimossa (con la ripiantumazione altrove delle piante) con la fine dell’esercizio del sito di smaltimento rifiuti, in modo da consentire il ripristino della connessione con il paesaggio agroforestale circostante e godere dei risultati del progetto di ripristino ambientale individuato per l’area dal Gruppo Riccoboni, che prevede la messa a dimora di 18 mila piante di specie autoctone sui 10 ettari di superficie”. Un altro contenzioso tra Comune e Riccoboni ha riguardato la distruzione della vegetazione esistente dove ora sorge l’ingresso del cantiere. Secondo la Forestale sono stati tagliati centinaia di alberi senza autorizzazione ma per il Tar non si trattava di un bosco per il quale serviva il permesso per intervenire.