Notizie positive per l’inquinamento causato dai furti di idrocarburi dall’oleodotto Sannazzaro-Fegino di proprietà dell’Eni, avvenuti nel 2015 a Tortona. Episodi che causarono la fuoriuscita delle sostanze e la loro dispersione nelle campagne fino al territorio di Castelnuovo Scrivia, con decine di pozzi inquinati e tenuti sotto controllo. Un pesante danno ambientale che sta rientrando. Da subito, infatti, Eni, in accordo con Provincia, Arpa e Comune, ha avviato una serie di interventi che stanno dando i loro frutti. Già nel 2016, per tre località, cioè via Bertarino, Cascina Roggera e Cascina Calvina, i terreni sono stati restituiti ai proprietari dopo che la sola messa in sicurezza delle aree ha eliminato l’inquinamento. Come si sapeva fin dall’inizio, le difficoltà maggiori si sono verificare nelle aree dove sono avvenuti i furti, cioè cascina Riccarda e cascina Rondò ma la situazione sta anche qui, lentamente, tornando alla normalità.

Gli impianti dell’Eni lungo a strada 211 per il controllo dell’inquinamento da idrocarburi

L’inquinamento da idrocarburi si è ridotto all’area dello sversamento”, fa sapere l’assessore comunale Davide Fara. Per cascina Riccarda, luogo del secondo furto, Eni ha ottenuto dalla conferenza dei servizi l’ok al piano di rischio, al quale seguirà il progetto di bonifica. Per cascina Rondò, dove avvenne il primo furto, il piano di rischio è ancora da approvare. “Risulta inquinata – prosegue Fara – solo l’area all’interno della rete di contenimento”. L’Eni dice: “Restano conformi ai limiti le analisi sulle acque sotterranee oltre che per i pozzi privati monitorati per cascina Riccarda. Per Cascina Rondò, la conferenza di servizi ha chiesto altre integrazioni. Continuano la messa in sicurezza e il monitoraggio dei pozzi privati. Tutti, eccetto uno vicino alle barriere attive, risultano conformi”.