È tornata potabile l’acqua della fonte sulfurea di Voltaggio ma il problema è tutt’altro che risolto definitivamente. Ci sono voluti cinque mesi per poter nuovamente bere l’acqua della storica sorgente, uno dei simboli del paese. Ad agosto, il sindaco Michele Bisio aveva vietato di abbeverarsi per la presenza di coliformi non fecali. Un inquinamento di origine naturale, che si è aggiunto al fatto che dal 2015 la portata della sorgente si è ridotta passando da 70 a 11 litri al minuto, per motivi mai chiariti visto che non si sa bene da dove si alimenti. Un intervento del Comune aveva consentito di avere 20 litri al minuto, intercettando una delle tre sorgenti ma perdendo però in parte le caratteristiche sulfuree dell’acqua.

Resta il problema della potabilità, sempre a rischio. “Le recenti precipitazioni – spiega il sindaco – hanno consentito di riavere l’acqua potabile. La portata ridotta non consente di far funzionare il sistema a raggi ultravioletti e così dobbiamo far controllare l’acqua da una ditta. Per risolvere del tutto il problema si dovrebbero spendere da 10 mila a 100 mila euro per individuare la sorgente e far riavere al paese la sua acqua sulfurea”. Fondi per i quali il Comune punta sul progetto di sviluppo del territorio con parte dei 49 milioni di euro previsti con il Terzo valico. “Non è importante mantenere la grotta della sorgente così com’è – conclude Bisio – ma riavere la nostra fonte sulfurea”. Il gruppo di minoranza ha pubblicato sul suo sito internet (www.voltaggiodavivere.org) un articolo con le foto della sorgente com’era un tempo. “Ci piacerebbe tanto – hanno scritto i consiglieri – che la fonte ritornasse almeno come era appena qualche anno fa. E non ci vorrebbe molto”.