Castelnuovo-municipio

Il 20 novembre il consiglio comunale di Castelnuovo Scrivia ha approvato, con i soli voti favorevoli della maggioranza, un regolamento sul diritto di accesso agli atti dei consiglieri, scatenando le proteste della minoranza. Il regolamento era stato preceduto, il 15 novembre dalla mozione “Azioni per limitare l’abuso del diritto di accesso da parte di alcuni consiglieri comunali, la paralisi degli uffici comunali e i conseguenti costi a carico del bilancio comunale”.

Nabila Balduzzi M5s Castelnuovo
Nabila Balduzzi

«Non è questione di costi – dice Nabila Balduzzi, consigliere comunale M5S -, è questione di democrazia: basta una pec per allegare una delibera o un decreto richiesto. L’accesso agli atti è uno degli strumenti fondamentali che un consigliere d’opposizione ha a disposizione per adempiere al proprio mandato. Come se non fosse già abbastanza grave per il processo democratico limitare arbitrariamente la quantità e definire le tempistiche delle richieste, questa Giunta si arroga anche il diritto di stabilire quale tipo di atti potrò o non potrò richiedere. L’accesso agli atti permette ai consiglieri di verificare il lavoro dell’amministrazione e pertanto, il M5s non capisce per quale recondito motivo, dato che le nostre richieste sono sempre state mirate e giustificabili, abbia fatto accelerare i tempi di approvazione di questo regolamento. Regolamento inspiegabilmente retroattivo, approvato in tutta fretta il 20 novembre individuando in una comunicazione della Prefettura, la causa scatenante di tale impellente necessità. Nel precisare che trovo improbabile che la Prefettura abbia mai comunicato tale urgenza, non vedo alcun motivo per cui si possa giustificare un provvedimento mirato solo a mettere un bavaglio e limitare il diritto all’informazione delle minoranze».

Maria Giovanna Giglio, Giovanni Ferrari, Mirco Villani
Maria Giovanna Giglio, Giovanni Ferrari, Mirco Villani

«Siamo di fronte a un regolamento che vuole impedire alle minoranze consiliari di operare una corretta informazione su ciò che accade a Palazzo Centurione – dicono i consiglieri Giovanni Ferrari, Maria Giovanna Giglio e Mirco Villani -. Riteniamo sia illegittimo: si possono introdurre modalità ma non pesanti limitazioni volte a snaturare un diritto riconosciuto dalla legge. Ma facciamo un passo indietro parlando della mozione da cui è partita la stesura del regolamento. Il tutto è stato costruito gonfiando dati e cifre dei costi. Il segretario comunale e i responsabili di servizio non lavorano a costo orario. Altrimenti come potrebbe essere calcolato il premio visto che secondo la legge lavorano per obiettivi? Nessun accesso agli atti ha limitato il lavoro dei dirigenti che non sono mai stati disturbati da domande o richiesta di incontri. Inoltre se il materiale richiesto fosse digitalizzato la spedizione della copia atti richiederebbe minuti e non ore! Un altro aspetto da sottolineare è che Tagliani addossa al prefetto la “colpa” relativa all’adozione di questo regolamento. Il Prefetto parla esclusivamente per pareri ed auspica che si pervenga ad un contemperamento degli interessi per il bene dei cittadini. Invece sindaco e consiglieri di maggioranza non hanno voluto il confronto, hanno gonfiato i costi ed in ultimo si sono nascosti dietro il prefetto per uscire da questa pagliacciata».

Gianni Tagliani
Gianni Tagliani

«Abbiamo approvato un regolamento per l’accesso agli atti (peraltro invocato dalla Prefettura in una nota inviata ai consiglieri di minoranza) che garantisce l’ampio diritto a ogni eletto come previsto dalla legge, che consente di richiedere copia degli atti in ogni momento e di visionarli fissando giorni e orari dedicati ai consiglieri presso ogni ufficio – dice il sindaco Gianni Tagliani –. Nel contempo, assicura la funzionalità della macchina amministrativa che ha come prioritaria necessità la fornitura dei servizi ai cittadini. Ed è a questa che la minoranza consigliare avrebbe messo il vero bavaglio con centinaia di richieste davvero pretestuose e senza alcun senso rispetto al mandato. La documentazione presentata in allegato alla mozione evidenzia l’attività emulativa, casualista e generica delle richieste inoltrate dalla minoranza con il solo scopo di intralciare e paralizzare l’attività stessa degli uffici. Come ad esempio la richiesta di Ferrari di avere tutti i progetti di palazzo Centurione dal 1926 ad oggi. Anche un bambino capisce che si vorrebbe confinare il responsabile dell’ufficio in archivio per una settimana perché se per caso omette un progetto (anche di una semplice ristrutturazione di un bagno) compie un reato. O la consigliera cinquestelle che chiede i contratti dei dipendenti che per legge non li hanno neanche. Così a caso, per far perdere un po’ di tempo e paralizzare l’attività. Ecco, di fronte a tali e abnormi richieste non era possibile far finta di niente o pensare che gli uffici passino gran parte del loro tempo nel cercare atti di dubbia utilità a compendio della missione del consigliere comunale. Ed ecco perché il tentativo di mettere un bavaglio era proprio della minoranza: agli uffici stessi per impedire lo svolgimento dell’ordinaria attività e di sviluppare le linee programmatiche di questa amministrazione. Ribadisco che il regolamento non è retroattivo perché le scadenze di domani e dopodomani sono nel futuro ed è a quelle che occorre rispondere. I consiglieri di minoranza inoltre dovrebbero rileggersi i contratti dei dipendenti, che sono pubblici e facilmente reperibili su internet, in materia di costi».