Nuovi scioperi in vista alla Cementir di Arquata Scrivia? La decisione della nuova proprietà, il gruppo Italcementi-Heidelberg, di mettere in mobilità quattro dipendenti del settore commerciale ha messo in allarme i 27 dipendenti e i sindacati, che nell’assemblea di stamattina hanno proclamato lo stato di agitazione, preludio all’astensione dal lavoro nel caso le richieste che verranno formalizzate non vengano accolte. Innanzitutto, i rappresentanti dei lavoratori chiedono il rispetto dell’accordo sottoscritto lo scorso anno tra gruppo Caltagirone (ex titolare dello stabilimento), sindacati, prefettura e il Cociv, grazie al quale parte degli esuberi erano stati assunti nei cantieri dell’alta capacità. Il patto del 2017 prevedeva che non ci dovessero essere altri lavoratori considerati in eccesso.

Una protesta degli anni scorsi delle maestranze Cementir

Soltanto che Caltagirone ha ceduto la fabbrica e ora la Italcementi-Heidelberg, gruppo tedesco, sembra voglia privilegiare il vicino cementificio di Novi Ligure, più moderno ma già oggetto di interventi volti a innovarlo ancora. I sindacati temono, a fronte dell’assenza di indicazioni da parte della proprietà, che Arquata venga nuovamente penalizzato  e quindi, chissà, addirittura chiuso. In un comunicato diffuso poche ore fa, le rappresentanze sindacali della Cementir e i sindacati Fillea Cigl, Filca Cisl e Feneal Uil dicono: “A Italcementi ricordiamo che ci sono impegni presi con i lavoratori e con le istituzioni che non possono e non devono essere disattesi. Chiediamo che l’azienda non proceda con i licenziamenti e che si renda disponibile al confronto. In caso contrario metteremo in atto iniziative di lotta a difesa dei lavoratori”. i sindacati intendono chiedere anche stavolta l’intervento del prefetto Romilda Tafuri, come nel 2017.