Boveri e candidati Piemonte nel cuore

Presentati questa mattina, giovedì 16 maggio, davanti all’ospedale di Tortona, i candidati delle province piemontesi alle prossime elezioni regionali della lista civica di centrodestra Sì Tav, Sì Lavoro. Per il Piemonte nel cuore. Per Cirio. Sono: l’attuale sindaco di Costa Vescovato, Fabio Boveri (Novi e Tortona); il sindaco di Camino, presidente della Comunità collinare e di «Piemonte nel cuore» Giorgio Rondano (Casale e Valenza); Antonietta Mirra (Alessandria) e Franca Arcerito (Acqui Terme). Con loro anche il consigliere regionale uscente Gian Luca Vignale.

«La delibera di stanziamento per la Fisiatria a 20 giorni dal voto, venduta come se fosse un potenziamento dei servizi – dice Vignale – è la certificazione del fatto che si è fallito perchè, inevitabilmente, chiunque vinca il 26 maggio, quella gestione avverrà dopo. Significa che non si è fatto nulla, nel frattempo però si sono chiusi dei reparti come Cardiologia, Neurologia, sono stati tagliati posti letto, per cui a fronte del fatto che in questi 5 anni abbiamo assistito a un taglio certo, a oggi la situazione è quella che c’era prima. Dobbiamo semplicemente restituire i posti letto previsti da legge dello Stato. Il Piemonte è la penultima Regione di Italia per posti letto, battuta solo dalla Calabria. Ciò dimostra che le gestione è stata insufficiente. E non è nemmeno stata potenziata la sanità territoriale e domiciliare, la qualità dei servizi laddove le persone sono lontane dall’ospedale. In questo modo l’Asl perde più di 30 milioni di euro nel saldo fra mobilità attiva e passiva, molto di più della spesa dei reparti che erano in questo ospedale o della sanità territoriale di cui avremmo bisogno».

«I tortonesi, come anche gli acquesi, chiedono che venga ripristinato il servizio sanitario – dice Fabio Boveri -, ma un altro argomento che tocca direttamente i cittadini è la raccolta rifiuti. Una delle nostre priorità sarà modificare la legge 1 del 2018 per quanto riguarda il comparto dei rifiuti. Dobbiamo cambiare l’approccio mentale alla raccolta dei rifiuti: non stiamo raccogliendo rifiuti ma materie prime, non dobbiamo continuare a alimentare le discariche o mettere in funzione inceneritori, possiamo riciclare e utilizzare materie prime che abbiamo già. Il «porta a porta spinto» non è sostenibile a livello di costi. A medio lungo termine c’è il rischio che il sistema imploda su se stesso. Altro discorso importante è quella della defiscalizzazione delle aree montane con un ritorno in agricoltura. Le nostre vallate sono abbandonate. E’ vero, servono i contributi e le iniziative ma servono anche le persone. Se non ci sono persone che ci vivono, una vallata è morta. Per questo nel nostro programma abbiamo inserito il bonus bebè, misura che inizieremo dalle aree montane, un sostegno mensile per tutte le famiglie che hanno un bambino da 0 a 3 anni. Sull’agricoltura, infine, dovremo andare a revisionare le misure del piano di sviluppo rurale per suddividere le varie domande in aziende di montagna, collina e pianura, perchè hanno caratteristiche diverse e non si possono equiparare. Come geologo, una battaglia che dovremo portare avanti sarà proporre una legge per fare i piani regolatori non comunali, ma di bacino imbrifero che va a fotografare realmente il rischio di dissesto idrogeologico e sismico».