Sono oltre 2.450 le firme raccolte in due settimane sulla piattaforma Change.org per dire no alla Six Days Enduro (ISDE) che si dovrebbe svolgere dal 30 agosto al 5 settembre tra l’alta Valle Staffora e la Val Curone. “Parliamo di sei tappe di circa 200 km ciascuna, che sarebbe come viaggiare ogni giorno da Voghera a Verona con oltre 700 moto tra boschi, sentieri e torrenti”, dicono i promotori della petizione. Contro l’evento si sono schierate circa trenta associazioni tra Lombardia e Piemonte, preoccupate dell’impatto ambientale. “Il numero di firme raccolte senza alcun “battage” pubblicitario – afferma Vincenzo Giudice, primo firmatario della petizione – è un segnale importante e sta a significare che quando le persone possono esprimere la loro opinione lo fanno, anche in questo angolo di terra dove persiste il vizio di decidere in prima persona su progetti o eventi di significativo impatto ambientale senza alcun tipo di condivisione e informazione”. La Six Days Enduro, secondo i firmatari, “è una manifestazione fuori dal tempo che va in direzione contraria al “Green Deal” e al pacchetto di proposte recentemente adottate dalla Commissione UE in materia di clima, consumo del suolo, preservazione del patrimonio naturale e della biodiversità”.

I promotori della petizione sono semplici cittadini che a titolo personale hanno voluto alzare il livello di attenzione su una manifestazione di grande impatto ambientale su un’area interna fragilissima, tenuta nel silenzio più profondo, con l’iter autorizzativo ancora in alto mare a poco più di tre settimane dal via. I primi firmatari della petizione sono: Vincenzo Giudice, Ambrogio Arbasino, Mario Arbasino, Elisabetta Balduzzi, Fabrizio Bellini, Franco Betto, Pino Calvi, Guido Conti, Antonio Corbeletti, Vittorio Emiliani, Giorgio Giorgi, Gigi Giudice, Giulio Guderzo, Monica Marelli, Teresio Nardi, Stefano Nava, Piero Stringa. “Colpisce che tutto venga tenuto sottotraccia”, aggiunge Giudice. “Nessuno studio previsionale sull’impatto ambientale della manifestazione, sulle sue ripercussioni sul traffico e sulle attività produttive. Nulla è dato sapere neanche sulle prescrizioni di natura sanitaria, in un momento in cui la variante Delta del Covid sta prendendo vigore. Le norme esistono, non possono essere certo aggirate e chiederne il rispetto è veramente il minimo che possa fare un semplice cittadino”.