Nitrati, solventi e fitosanitari nelle falde dello Scrivia. La denuncia arriva da Carmelo Ciniglio, consigliere comunale di maggioranza a Tortona. Il medico lancia l’allarme sulla situazione ambientale tutt’altro che rassicurante del torrente, nel tratto da Cassano Spinola a Castelnuovo Scrivia, dopo aver letto i dati del Piano di tutela delle Acque adottato dalla Regione nel 2007, un “piano regolatore” del territorio regionale dove si indicano le falde acquifere da tutelare ma finora mai attuato: imporrebbe infatti vincoli precisi all’insediamento di industrie e di discariche e alla coltivazione di cave. Quest’anno, quindi undici anni dopo, l’amministrazione regionale ha redatto le cosiddette norme di piano, cioè le regole per mettere in pratica il documento ma servono studi più dettagliati per l’attuazione. “Le carte della Regione – spiega Ciniglio -, parlano chiaro: da Cassano Spinola in poi lo Scrivia è in una situazione di inquinamento fisico, chimico e biologico. Il Piano indica che le falde sono interessate da nitrati, solventi e da un inquinamento da fitosanitari”.
Sostanze provenienti da attività industriali e dall’agricoltura. “Documenti e dati che non sono mai stati diffusi tra la popolazione in maniera adeguata – dice – in modo che tutti possano avere chiara la situazione”. Una delle possibili fonti di inquinamento dello Scrivia, secondo il consigliere comunale, sono i bidoni presenti sulla sponda dello Scrivia a Carbonara, nascosti trent’anni fa in quantità spaventose (38 mila fusti scoperti). “La legge – spiega Ciniglio – impone la bonifica di siti inquinati come Carbonara così come una sorveglianza sanitaria per cinque anni in aree nelle condizioni come quella dei Comuni limitrofi allo Scrivia: basterebbero le analisi del sangue per capire se ci sono alterazioni dell’emocromo. La presenza di benzene, infatti, può essere collegata, per esempio, alle leucemie”. Il Piano recita che, nel tratto di pianura dello Scrivia “le criticità qualitative riscontrate nella falda superficiale riguardano la compromissione da nitrati (diffusa) e solventi organoalogenati (localizzata); nella falda profonda si riscontra una compromissione causata da nitrati (localizzata)”.
Eppure, sono numerosi i Comuni che alimentano i loro acquedotti dalla falde dello Scrivia. “Una situazione del genere – prosegue il medico – impone un utilizzo di sostanze chimiche più elevato per rendere potabile l’acqua prelevata dal torrente. Porterò questi argomenti nella prossima seduta della Commissione Ambiente del Comune”. Nel 2007 il Piano indicava tra le aree dove le falde profonde sono inquinate dai nitrati utilizzati in agricoltura il settore alessandrino a sud del Tanaro. Da allora, viene spontaneo chiedersi, è stato fatto qualcosa?