Perché Andrea Ormelli deve rimanere nella sua abitazione di Monleale dalle 21 alle 7 del mattino in base all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari (gip) di Milano nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri”? Alla base dell’accusa di turbativa d’asta dei magistrati milanesi, che gli hanno imposto l’obbligo di dimora, c’è il tentativo di diversi imprenditori di turbare la gara d’appalto, bandita da A2A S.p.a., per il teleriscaldamento nella città di Milano, dell’importo complessivo di 5 milioni di euro suddiviso in cinque lotti di 1,250 milioni. Ormelli, direttore tecnico della Simedil di Novate Milanese, insieme al suo principale, Renato Napoli, secondo la Procura ha organizzato un gruppo di imprese al fine di presentare offerte preventivamente concordate con un ribasso sostanzialmente simile per tutti i partecipanti. Nelle intercettazioni Ormelli dice: “Sembra che sia stata trovata un quadra adesso…gli ho detto presentate un’offerta e state sotto il 10%…”

Monleale

In effetti, scrive ancora il gip, “gli accertamenti sulle gare d’appalto bandite di recente da A2A S.p.A. hanno confermato come le tre società (Valtellina, Consital e Simedil) si siano aggiudicate rispettivamente tre gare, con aggiudicazioni in data 12.12.2016, 14.04.2016 e 17.11.2016”. Secondo la Procura e poi il gip, Ormelli “partecipa consapevolmente ai meccanismi illeciti posti in essere, tra gli altri, dal suo “capo” per aggiudicarsi gli appalti, fornendo un attivo e spregiudicato apporto per assicurare il raggiungimento degli accordi con le società concorrenti, anche grazie ai suoi rapporti con soggetti intranei ad aziende pubbliche quali A2A. Ormelli, fiero dei suoi contatti privilegiati e delle sue capacità di trovare punti di intesa con gli altri imprenditori, gioca un ruolo fondamentale nella “pratica della turbativa” che, come dimostrato dalle indagini, risulta assolutamente costante ed ampiamente praticata”.