Lo smarino a rischio amianto sotto casa spaventa gli abitanti di Bettole di Tortona, frazione tortonese. Da dicembre nella cava Bettole, nel vicino territorio di Pozzolo Formigaro, inserita nel piano cave del Terzo valico, sono cominciati i conferimenti dei materiali scavati per la realizzazione della nuova linea ferroviaria. Gli abitanti del piccolo centro temono la dispersione di amianto, molto probabilmente presente nelle rocce scavate nell’Appennino per la costruzione della galleria da 27 km: parte di queste rocce sarà infatti conferita nel sito pozzolese, uno dei tre a ridosso di Bettole destinati al Terzo valico oltre a Cascina Pelosi e cascina Cascinone. Tutto senza che i residenti abbiano ricevuto alcuna informazione su cosa accadrà sul loro territorio e sotto le loro case. “La tanto esaltata parola “trasparenza” – dicono gli abitanti di Bettole – citata più volte su diversi articoli di giornale sul il Terzo Valico non ci pare esista per la cava Bettole. Dopo una fase iniziale in cui i cittadini sono rimasti “a bocca aperta” non sapendo cosa stava per succedere, ecco arrivare il primo dicembre 2017 i primi mezzi pesanti a scaricare materiale all’interno della cava, previa stesura di un telo bianco”. A far temere in particolare per la qualità dell’aria, il fatto che le centraline installate per il controllo delle fibre di amianto siano sparite, almeno alcune: “Nessuno spiega cosa stia accadendo. Le tre centraline che erano state installate in strada comunale Castellar Ponzano sono state sostituite con un’altra apparecchiatura che nessun cittadino è in grado di capire a cosa serva. Vengono installate e poi tolte nel giro di pochi giorni: perché? Questa si chiama trasparenza? Noi abbiamo paura, non vogliamo diventare una nuova Casale Monferrato dove, a distanza di molti anni, si hanno ancora decessi per l’amianto. Non vogliamo sentire le centraline suonare perché forse è troppo tardi”.

L’ingresso di Cava Bettole a Bettole di Tortona

L’Arpa aveva installato le sue centraline accanto a quelle del Cociv ma sono rimaste, a quanto pare, solo queste ultime. “Purtroppo – spiega il direttore dell’Arpa Alberto Maffiottiabbiamo dovuto rimuovere le nostre poiché non abbiamo un allaccio alla corrente elettrica. Abbiamo chiesto al Comune di Pozzolo di provvedere. Finora, nessuno dei residenti intorno alla cava Bettole ha permesso di allacciarsi ai loro contatori”. È possibile che i tecnici dell’Arpa vengano scambiati per personale del Cociv. Poi ci sono tante altre potenziali (e reali) ripercussioni su altri aspetti, come le strade (“Con il transito di mezzi pesanti rischiano di trasformarsi con il trascorrere degli anni in strade di cantiere simili al greto dello Scrivia”) e i pozzi (“Perché le falde si sono notevolmente abbassate? Sarà un fatto legato alla siccità dell’anno 2017 o sarà qualcosa di grave legato ai lavori effettuati per il Terzo Valico?”). Da alcune settimane nella cava è stato portato “materiale di colore grigiastro e simile a una poltiglia? Chi controlla la qualità e la quantità? Da dove proviene, considerato che il colore della terra nella nostra zona è di colore rossastro?”. Da Bettole parte un appello rivolto ai sindaci di Tortona e Pozzolo “affinché, congiuntamente, organizzino una riunione pubblica alla quale siano presenti persone qualificate per trattare il problema di eventuali fibre di amianto e altri elementi nocivi presenti nel materiale che serve a riempire cava Bettole. Tutte le istituzioni, i partiti e i movimenti che hanno a cuore la salute dei cittadini intervengano urgentemente: vogliamo capire se l’iter seguito per smaltire determinato materiale è corretto e se la salute dei cittadini è tutelata”.