Chi ha paura del lupo.

Nell'ovadese troppi avvistamenti, inizia il monitoraggio

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MOLARE.

Sopra il ghiaccio all’imbrunire scende la nebbia e nella sala consiliare di Molare inizia il primo incontro dedicato al lupo. Perché qui è sempre tempo da lupi. “I primi avvistamenti sono iniziati un anno fa – dice la vicesindaco Eloisa Cuppari – la presenza anomala è diventata più insistente da quest’estate, oggi è quasi quotidiana”. Quattro lupi sarebbero stati visti a Campale di Molare ad agosto, poi c’è stato l’episodio dei due cani sbranati a Cremolino, tre lupi visti ad Albareto, sempre nel comune di Molare un’allevatrice dalla finestra di casa alle 3 del pomeriggio ha filmato il lupo vicino al recinto degli ovini. “La mia famiglia invece – continua Cuppari – è stata svegliata di notte da tre lupi, che ululavano sotto la finestra dopo aver aperto il cancello, attirati dai cavalli”. Abita a Madonna delle Rocche e proprio ieri un presunto lupo le ha tagliato la strada mentre guidava. “Chiusa in auto ho estratto il cellulare dalla borsa per fotografare, ma non ho fatto in tempo”. La vicesindaco è stata tempestiva nell’attivare gli enti locali.

A novembre ha partecipato ad un’assemblea pubblica, organizzata ad Acqui per informare sul ritorno del lupo. “Ho preso contatti con gli operatori del Parco Appennino, che in pochi giorni si sono recati a Molare per un sopralluogo, hanno incontrato le persone che hanno avvistato i lupi, si sono accertati che l’allevatrice avvesse un cane da guardianaggio, altrimenti le avrebbero affidato un cane addestrato”. L’amministrazione comunale di Molare e il Parco hanno organizzato l’incontro informativo, che si è svolto martedì scorso ed è solo il primo.

“Da gennaio inizierà il monitoraggio scientifico a Molare e in varie zone della provincia. I dati ci diranno se si tratta davvero di lupi e quanti sono”, anticipa il direttore del Parco Andrea De Giovanni. “Questa fase è necessaria per conoscere ed organizzare, in base ai dati si potrà aprire un confronto con gli enti locali per la gestione del lupo. Sarà utile la collaborazione dei cacciatori, nel raccogliere deiezioni e materiale da sottoporre all’esame del Dna”, è l’invito del presidente del parco Dino Bianchi a chi vive il territorio. “Forse servirà un piano di selezione – sostengono gli abitanti – i rilievi sono fermi dal 2012, 4 branchi nel Basso Piemonte con l’abbondanza di caprioli che c’è, avranno proliferato”. Il colore marroncino di alcuni esemplari visti fa pensare anche alla presenza di canidi. “Si tratta comunque di animali selvatici – spiega il sindaco Andrea Barisone – il problema vero è capire quanti sono e come gestirli, per garantire l’incolumità delle persone e degli animali domestici”.

C’è preoccupazione. Ieri hanno parlato agricoltori, allevatori, amministratori locali, arrivati anche dai paesi vicini, fra cui il sindaco di Cremolino. La popolazione ha continuato il confronto a Trisobbio. “Non vado più nei boschi, neppure per funghi, era la mia passione”, dice un molarese di 67 anni. Un giovane papà teme per la figlia: “Ha 11 anni, abitiamo alle Rocche, sto in pensiero se va a correre sulle strade di campagna”.