A ventisei aspiranti volontari bisogna aggiungere altre 10 promesse di collaborazione, oltre all’adesione totale delle Cooperative che gestiscono circa 90 rifugiati in città. Un piccolo esercito fatto di appassionati dal pollice verde e di persone disposte ad imparare a prendersi cura del verde pubblico per dare una mano alla Fondazione Cigno Onlus e Associazione Vela a salvare dall’incuria il polmone verde di 18 mila mq nel cuore di Ovada. Si è svolto sabato al Salone Padre Giancarlo il primo incontro conoscitivo con gli aspiranti volontari del Parco.
E’ servito per conoscersi di persona e per valutare le rispettive attitudini e disponibilità, in modo da poter definire una prima fase operativa del progetto Coltiviamo il Benessere, che trasformerà il parco di proprietà dell’Asl, adiacente all’ospedale in un giardino terapeutico con percorsi botanici a disposizione della popolazione ed in particolare dei malati oncologici. Coinvolgerà attivamente le scuole e le associazioni locali.
Il primo passo sarà la convenzione tra Asl Al, Comune e Fondazione Cigno, seguiranno il regolamento del Parco, l’assegnazione di compiti ai singoli volontari, che saranno dotati di cartellini e giubbetti di riconoscimento e nuovi accordi con il Fai.
L’Asl intanto procederà alla manutenzione del laghetto per il quale tramite la Onlus sono state donate pompe per la filtrazione dell’acqua e la tutela degli animali che ci vivono, tra cui un cigno e le tartarughe.
“La mobilitazione dei volontari genera entusiasmo e passione, generosa e orgogliosa dedizione ad un progetto che intende promuovere il benessere nel Parco e del Parco, da tutti riconosciuto anche come potenziale attrattiva turistica per la città”, sottolinea la Fondazione Cigno.
E’ notevole l’identikit del volontario. “E’ quanto mai diversificato – raccontano gli addetti ai lavori – età variabile dai 26 a agli 84 anni, si va dallo studente di scienze forestali all’esperta di turismo enogastronomico, ci sono casalinghe, l’insegnanti , imprenditrici, pensionati, una guardia giurata, la psicologa, la fisioterapista e l’infermiera, impiegati, volontari di Adia, Aism, Vela e i volontari dello storico gruppo, che si è preso cura del Parco fino a pochi anni or sono”.