Dopo l’arresto del gestore del night club La Mela di Pontecurone per la detenzione di due armi, una clandestina e l’altra rubata, sottoposto agli arresti domiciliari dal gip del Tribunale di Alessandria, i carabinieri del Nuclei investigativo e del Nas hanno notificato al presidente del circolo privato la sospensione dell’attività per 4 mesi emessa dal questore per motivi di ordine e sicurezza pubblica e la cessazione dell’attività emessa dal sindaco di Pontecurone Rino Feltri per l’assenza delle autorizzazioni.

Tutto nasce dall’operazione condotta due settimane fa dai carabinieri del Nucleo investigativo di Alessandria e della Compagnia di Tortona, con il supporto del Nucleo cinofili di Volpiano e del Nas, che ha portato all’arresto del gestore 60enne oltre a multe. I carabinieri hanno trovato due pistole illegalmente detenute, di cui una clandestina.

L’uomo era stato arrestato già a febbraio 2020 per tentato omicidio, porto e detenzione illegale di arma, per aver ferito a colpi d’arma da fuoco di un albanese di 37 anni dopo una lite avvenuta all’interno del locale. Erano intervenuti anche i carabinieri del Nas che avevano rilevato la mancata tenuta del manuale di autocontrollo Haccp.

I due provvedimenti notificati sabato 7 agosto sono stati ritenuti necessari perché il locale, secondo il decreto del questore, «costituisce fonte di concreto ed effettivo pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza degli avventori e dei cittadini, dal momento che viene di fatto gestito da un soggetto pluripregiudicato e socialmente pericoloso, che manifesta una tendenza abituale a delinquere e reitera condotte criminose incurante del rispetto delle leggi»; inoltre, secondo l’ordinanza del sindaco Feltri, «è stata esercitata abusivamente un’attività imprenditoriale di locale aperto al pubblico, spettacoli e intrattenimento notturno in assenza delle previste licenze di pubblica sicurezza».

E’ stata accertata infatti la mancata osservanza delle norme che regolano la costituzione e il funzionamento delle associazioni, nominando alle cariche sociali prestanome che mascherano la reale attività svolta nel locale, di fatto gestito da una persona priva dei requisiti giuridici per poterlo fare, a qualsiasi titolo.

Sulla posizione del 60enne pesano l’estrema gravità di quanto avvenuto il 9 febbraio 2020 ma anche l’attuale ritrovamento nel locale di armi e munizioni e la possibilità che possa ripetere quanto già fatto.