Due fusti di metallo pieni di materiale solido – forse cemento – sono stati scoperti nel parco dello Scrivia, in zona Scaura, una delle località dove nel 1986 furono rinvenuti i bidoni tossici. In attesa dei risultati delle analisi che dovranno chiarire il contenuto, si cercano i responsabili dell’ennesimo episodio di inciviltà ai danni del territorio tortonese. I fusti, trasportati dalla corrente e rimasti incagliati nel greto del torrente, sono stati recuperati con l’aiuto di un escavatore, scongiurando il rischio che la corrente potesse trascinarli alla deriva. Li ha trovati un membro dell’Osservatorio ambientale durante un giro di perlustrazione del parco dello Scrivia. Ha visto un primo bidone sul greto del torrente, fuori dall’acqua e ha dato l’allarme avvisando subito l’ufficio Ambiente. Facendo un accurato sopralluogo, i tecnici comunali hanno visto che nell’acqua bassa c’era un altro fusto. Con un escavatore sono stati tirati fuori e messi in sicurezza entrambi, avviando la caratterizzazione del contenuto.
«A vederlo sembra cemento secco: potrebbe trattarsi di quei bidoni che si usano in genere nei cantieri – dice l’assessore all’Ambiente, Davide Fara -. Appena saranno pronti gli esiti delle analisi e sarà identificata la tipologia di rifiuto, si potranno smaltire con la procedura più appropriata. I bidoni dovrebbero essere arrivati lì di recente, dal momento che uno dei due era ancora nell’acqua. Non è facile risalire al punto esatto dove sono stati abbandonati perché è probabile che i fusti, arrugginiti e parzialmente danneggiati, siano stati trascinati per un lungo tratto dalla corrente». Potrebbero quindi essere arrivati da monte, dalla zona di Cassano e Villalvernia. «L’importante è essere riusciti ad individuarli e a metterli in sicurezza subito – aggiunge Fara -. Se fossero rimasti nel torrente avrebbero potuto provocare danni all’acquedotto, alla salute e all’ecosistema dello Scrivia, un corso d’acqua importantissimo per il parco, la fauna ittica e per l’approvvigionamento idrico. Cercheremo di fare il possibile per individuare i responsabili di tale azione, l’ennesimo gesto di inciviltà ai danni del nostro patrimonio naturalistico ed ambientale. Siamo comunque molto soddisfatti del lavoro svolto dai nostri tecnici che, anche grazie alla collaborazione dell’Osservatorio ambientale, sono sempre attenti a questo tipo di problematiche e tempestivi negli interventi».