Annullata la festa delle pesche quest’anno, a Volpedo. Il 70% di produzione è andato perso per le gelate di fine aprile e la siccità e il Comune di Volpedo per solidarietà con gli agricoltori ha deciso che la tradizionale festa di fine luglio non si farà e in paese, anzichè la sirena che ogni anno dava il via ai festeggiamenti, suoneranno le campane a morto.
Un manifesto, disegnato dal grafico Andrea Siciliano, annuncia l’iniziativa: illustra una pesca dai colori sbiaditi sullo sfondo di un terreno arso dalla siccità con la scritta “E’ grigia!”.
La tradizione della festa delle pesche è stata ripresa dall’amministrazione guidata dall’attuale sindaco Giancarlo Caldone nel 2009. «In passato la festa si organizzava di domenica pomeriggio – spiega Caldone -, ora che i tempi sono cambiati abbiamo preferito il venerdì sera, il penultimo o l’ultimo di luglio. Quest’anno, però, per solidarietà con gli agricoltori della zona, che hanno subìto gravi danni alle coltivazioni dalle gelate degli scorsi mesi e dall’attuale siccità, la festa non si farà e al posto della sirena che annunciava a festa, la parrocchiale suonerà le campane a morto. Stiamo valutando anche la possibilità di spegnere le luci per 5 minuti in tutto il paese».
La sirena si usava un tempo, durante la trebbiatura, per comunicare agli agricoltori l’ora del pranzo. Un’usanza ripresa ogni anno a Volpedo per dare il via alla festa.
«Siamo stati i primi a farci interpreti dei gravi danni all’agricoltura della zona – dice Caldone -. Subito dopo le gelate, con alcuni agricoltori, abbiamo incontrato l’assessore regionale Ferrero e sono state attivate tutte le procedure per chiedere lo stato di calamità naturale. Il giorno dopo, accompagnato dalle organizzazioni sindacali degli agricoltori, l’assessore ha fatto un sopralluogo in zona per rendersi conto dei danni. La scelta di annullare la festa delle pesche vuole sensibilizzare l’opinione pubblica per ottenere un intervento in tempi rapidi».
Secondo la Volpedo Frutta, i danni più gravi si sono registrati sulle pesche. «Il 70% del raccolto ha subito danni – dice Gianpiero Chiapparoli, responsabile commerciale della cooperativa – e il 30% rimasto sulla pianta è di piccola pezzatura e quindi di più basso valore. Solo sulle pesche i nostri soci perdono 800 mila euro di fatturato. La gelata ha toccato il nocciolo del frutto che non si è sviluppato. Situazione drammatica anche per le mele: l’80% del prodotto è caduto, un risultato molto peggiore di quanto si potesse immaginare a fine aprile. Danni anche sul 50-70% della produzione di ciliegie e albicocche (in qualche caso è andato perso il 100%) e sulle susine che in alcune zone, come Brignano Frascata, è a zero. Quanto alle albicocche, inizialmente sembrava il prodotto più danneggiato, invece il gelo ha causato un diradamento naturale e il prodotto che è rimasto sulla pianta è diventato di bella pezzatura».
E aggiunge: «In tutta la mia vita non avevo mai visto una gelata del genere. Il fatturato complessivo della Volpedo Frutta scenderà da oltre 3 milioni di euro del 2016 a 1,3».
«La gelata ha colpito le aziende con danni stimati mediamente intorno al 70% e quel poco che è rimasto lo sta guastando la siccità – dice Alessandro Verna, consigliere comunale di Volpedo che si occupa di agricoltura -. Stiamo pompando acqua da un invaso del Comune per irrigare le coltivazioni, cercando di salvare le piante, ma non si riesce a sopperire a una carenza di pioggia che va avanti da mesi».