Prima la Regione ci ha messo del suo, poi è arrivato il lockdown della scorsa primavera. A distanza di anni dalla cancellazione delle Comunità montante, la Terre del Giarolo non è ancora stata liquidata e quindi, sulla carta, esiste ancora e possiede dei beni che nessuno vuole. Il centrodestra arrivato al governo della Regione nella primavera del 2019 ci ha messo quasi un anno a nominare il nuovo commissario liquidatore. L’architetto Maria Luisa Tabasso è stata nominata infatti il 6 marzo. Il suo predecessore, Raffaella Musso, era stata chiara nei confronti dei sindaci dell’Unione Terre Alte: “Non devono pensare che dei tanti problemi relativi al loro territorio si possano fare carico altri”. Infatti, gli amministratori dei sedici Comuni distribuiti tra Val Curone e Val Borbera non ne vogliono sapere di accollarsi i rifugi montani del Monte Gropà e di Forotondo, il bob estivo di Caldirola e il Golf di Momperone, strutture sulle quali pesano debiti consistenti e cause legali. I piani di riparto proposti dalla Musso prevedevano il criterio della territorialità: i beni verranno affidati all’ente nel cui territorio si trovano.

Il rifugio del monte Gropà, a Fabbrica Curone

I sindaci hanno sempre bocciato questa proposta e continuano a farlo ancora oggi per strutture costate alla collettività milioni di euro. I due rifugi montani sono stati costruiti anni fa, sono quasi del tutto completati ma non sono mai stati utilizzati per via di un contenzioso legale con la Imet di Tortona, impresa costruttrice. Quest’ultima è coinvolta anche nella vicenda del bob estivo, realizzato su aree di proprietà privata senza che sia mai stato pagato l’affitto ai proprietari, che hanno fatto causa. Poi c’è il golf di Momperone, con debiti per 2 milioni euro per affitti non pagati alla Terre del Giarolo. Carlo Buscaglia, presidente dell’Unione Terre Alte, dice: “Per tutti questi beni ci sono ancora le cause civili tra la Terre del Giarolo e il costruttore. Una volta che queste situazioni verranno chiarite potremo riaprire il confronto sul piano di ripartizione della Comunità montana”. I sindaci a giugno hanno incontrato il commissario liquidatore, che prima o poi dovrà trovare una soluzione nell’interesse di tutta la collettività, non solo locale.