Un arresto a Tortona nell’ambito dell’operazione antimafia “Faust”

Arrestati dai carabinieri per associazione mafiosa, scambio elettorale, usura, traffico di sostanza stupefacenti.

0
1176

Un’operazione congiunta del carabinieri di mezza Italia ha portato all’arresto di 49 persone, tra queste di un 23enne residente a Tortona che si era reso responsabile nel 2016, a Rosarno (RC), della cessione di un’arma già impiegata in attività illecite.  L’uomo è stato arrestato questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria e della Compagnia di Tortona.

La massiccia operazione è avvenuta all’alba a Rosarno, Polistena, nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, quando i Carabinieri di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Faust”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale, nei confronti di 49 persone, ritenute responsabili – in particolare – di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.

Il provvedimento è l’esito di una complessa attività investigativa, avviata dal 2016 dai Carabinieri di Reggio Calabria, , che ha consentito di accertare la radicata e attuale operatività della cosca Pisano, conosciuti comi i diavoli di Rosarno, mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose. Sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale.

L’indagine ha permesso, inoltre, di documentare l’esistenza di una fiorente attività di narcotraffico che, che  partendo da Gioia Tauro, ha intersecato gli interessi illeciti anche di appartenenti ad altre realtà criminali organizzate, operanti sui territori della Campania, grazie alle contiguità con appartenenti a storiche consorterie camorristiche, Puglia, con particolari aderenze a consessi della Sacra Corona Unita, Basilicata.

Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio.

Le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose.

Di rilevante gravità, infine, la documentazione del condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale, mediante il controllo e la guida delle campagne elettorali nell’ultima competizione comunale di Rosarno.